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Bagnasco: "Sui migranti Ue impari da Italia": Poi la denuncia: "Famiglia sotto attacco"

Il Cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Cei |  | Conferenza Episcopale Italiana Il Cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Cei | | Conferenza Episcopale Italiana

La Chiesa Italiana si prepara al Convegno Ecclesiale Nazionale di Firenze. E lo fa anche la Conferenza Episcopale Italiana che oggi, nel capoluogo toscano, ha aperto i lavori del Consiglio Episcopale Permanente con la prolusione del Cardinale Presidente Angelo Bagnasco.

Il Presidente della Cei ricorda il viaggio del Papa a Cuba e negli Stati Uniti e i prossimi imminenti eventi, dal Sinodo al Giubileo. L'Anno Santo ci invita a "ricostruire la nostra società alla luce della misericordia, rivedendo le logiche che la reggono. Si tratta di ri-progettare, ri-fondare e ri-costruire un tessuto più umano, fondato sulla fiducia e sulla comprensione. Ciò non significa abdicare alla giustizia, ma renderla più giusta e umana. In questo processo di rinnovamento e di autentica rinascita, la Chiesa sente di avere un fondamentale ruolo di testimonianza e di richiamo ai valori del rispetto vicendevole e della promozione umana. È una missione nella quale Papa Francesco apre la cordata e ci trascina con il suo esempio e la sua inesauribile carica interiore, con il suo desiderio di incontrare tutti e di annunciare a tutti – nessuno escluso – che Dio ci ama e ci accompagna, e per questo un mondo migliore è veramente possibile".

Nel corso della lunga ed articolata prolusione, l'Arcivescovo di Genova ha affrontato numerosi temi di attualità a partire dal fenomeno migratorio. "Di fronte a persone - ha spiegato - che per fuggire alla disperazione rischiano la vita, non si può né stare a guardare con fastidio – come l’Europa ha fatto per anni – né fare i sofisti. La coscienza umana esige di intervenire: è quanto ha fatto l’Italia fin dalla prima ora, e continua con impegno, generosità, al meglio del possibile. Nessuno può dar lezione o muovere rimproveri: in prima linea sulle coste l’Italia c’era, a differenza di altri". Anche l'Euopa - ha auspicato Bagnasco - faccia la sua parte "nel segno di una gratuità senza calcoli. Così come speriamo che – senza bisogno di barriere – si progetti un futuro sicuro, produttivo e sereno per tutti, per chi ospita come per chi arriva". Necessaria tuttavia una politica di "sviluppo dei Paesi di provenienza, perché nessuno sia costretto a fuggire da guerra, persecuzione e miseria. Tale impegno necessita di risorse ingenti, tempi lunghi e volontà politiche certe. La sfida è grande, ma ineludibile". Apprezzato, inoltre, l'appello del Papa all'accoglienza in parrocchie, rettorie, monasteri e conventi.

Al tema migratorio il Cardinale lega le persecuzioni anticristiane in Medio Oriente. "La mattanza - ha denunciato Bagnasco - continua, programmata e feroce" davanti a un Occidente che "non alza la voce su tanta ferocia e ingiustizia" forse perchè fa affari con chi distrugge le popolazioni cristiane pur di vendere armi e petrolio.

In vista del Sinodo il Presidente della Cei ha ricordato che "la famiglia – papà, mamma, figli – sarà il fulcro della riflessione dei Padri" rinuiti attorno al Papa: "una considerazione a tutto campo, ancorata alla fede cattolica, attenta al popolo di Dio e alle dinamiche di questo tempo, e insieme libera dalle logiche del mondo". La famiglia è sotto attacco: "non si vede perché realtà diverse di convivenza debbano essere trattate nello stesso modo. Particolare preoccupazione desta il tentativo di applicare la teoria del gender, un progetto del pensiero unico che tende a colonizzare anche l’Europa, e di cui spesso ha parlato Papa Francesco”. Le "pressioni europee sono sempre più pesanti e insistenti anche in materie che non competono all’Unione, come il diritto di famiglia e – più ampiamente – i valori morali e spirituali che hanno formato la coscienza e la storia delle singole Nazioni. Rispetto a tali problemi, a volte si sente parlare di “irrilevanza” dei cattolici nella società: la vera questione non è però essere rilevanti per il mondo, ma il rimanere fedeli a Cristo. L’esempio di tanti martiri del nostro tempo ce ne dà ampia testimonianza".

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Lo sguardo del Cardinale si posa infine sull'Italia. Nonostante le tante piaghe del Paese non bisogna “dimenticare il popolo degli onesti, popolo grande, maggioritario, che porta avanti non solo la propria esistenza con dignità, ma anche le proprie famiglie e la vita della Nazione. Senza questo popolo, nessuna legge o programmazione potrebbe avere risultati. A questa moltitudine rendiamo onore”.

Di fronte a mafia, corruzione dilagante, caporalato l'Italia - suggerisce ancora Bagnasco - ha necessità di un “serio esame di coscienza a partire da una verità molto semplice: si raccoglie ciò che si semina. Le buone leggi sono necessarie e doverose, devono mirare al bene comune, non all’interesse di pochi; ma non bastano senza un’intensa, costante, vera opera educativa. Se si semina l’idea che esistono solo diritti ma non anche doveri”.

Occorre dunque uno slancio ad una educazione umana integrale: “sono in causa i primi e insostituibili maestri dei figli, i genitori e le famiglie, a cui la Chiesa continuerà ad affiancarsi con il suo patrimonio di sapienza educativa. Lo stesso riteniamo che sarà per la scuola italiana, grazie soprattutto a docenti competenti e dediti, ai quali rinnoviamo la nostra stima e incoraggiamento con l’auspicio che la loro missione sia sempre meglio riconosciuta da tutti”.

Sul fronte dell'economia reale, infine, Bagnasco chiede di andare oltre i segnali positivi che si intravedono. "L’Italia non è né una provincia di qualche impero, né un protettorato, né un laboratorio. Insieme al dato dell’occupazione – legato alla produzione e allo sviluppo – vi è un altro indicatore che, almeno nei Paesi occidentali, rivela lo stato di salute di una società: i figli. Quando un Paese assicura casa e lavoro sufficiente, e quando il suo quadro culturale e valoriale, la sua filosofia di vita è sana, allora nel cuore della gente nasce la fiducia e nuove vite germogliano benvenute, accolte come un dono per tutti. La natalità è la prova più evidente e sicura dello sviluppo e del futuro, almeno per i nostri Paesi. In questa direzione singoli, famiglie, istituzioni civili e religiose devono remare con lealtà e forza, senza distrazioni su problemi secondari".

Dal canto suo la Chiesa italiana - conclude il porporato - continua e continuerà ad offrire "un leale contributo di speranza e di condivisione operosa alla gente, senza distinzioni". Infine la precisazione sull'Imu: "Non è inutile riaffermare - precisa Bagnasco - che le strutture che sono riconducibili a realtà ecclesiastiche e che svolgono attività di natura commerciale, rispettano gli impegni a cui per legge sono tenute".