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Baldisseri e Betori. Le parole dei porporati nella festa di San Lorenzo

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Tre volte coraggioso: nel partire, nel donare e nel soffrire. Sono queste le caratteristiche din San Lorenzo, tracciate dal cardinale Lorenzo Baldisseri, che ieri a Grosseto, oltre che festeggiare il suo onomastico, ha presieduto il Pontificale in duomo per la festa del Santo Patrono della città. Nelle parole del Segretario generale del Sinodo dei vescovi il parallelo tra la santità di Lorenzo ed il magistero in parole e gesti di Papa Francesco, che chiede coraggio alla Chiesa per "uscire".

“Quale cammino Dio vi chiede?”, ha chiesto il cardinale ai grossetani, “quali strade nuove il Signore vi sta aprendo?”, “cosa siete chiamati a lasciare?”. “È lodevole - ha detto Baldisseri - l’iniziativa che per il secondo anno consecutivo avete intrapreso in occasione delle feste di san Lorenzo di promuovere la raccolta per la Caritas”, che ha evidenziato il primato dei poveri nelle scelte di Papa Francesco.

Il pontificale è stato preceduto dal saluto ufficiale al cardinal Baldisseri da parte del sindaco della città sul sagrato della Cattedrale, mentre all’inizio della celebrazione eucaristica il vescovo Rodolfo Cetoloni ha indirizzato al porporato un saluto a nome di tutti, con la richiesta di portare a Papa Francesco “il nostro saluto e il nostro desiderio di impegno per il bene in questa porzione di Chiesa in Maremma”.

Celebrazioni per San Lorenzo anche a Firenze, dove il cardinale metropolitano, Giuseppe Betori ha chiesto di “non restringere gli spazi del cuore”, come pure “non inaridire la radice di fede che alimenta i gesti della carità”.

Ieri nella basilica di san Lorenzo, l’arcivescovo di Firenze ha chiesto di adottare un atteggiamento solidale “anche quando tutto ciò comporta difficoltà di comprensione e di attuazione, come può accadere oggi nello sforzo di integrazione che la nostra comunità cittadina è chiamata a compiere nei riguardi dei nuovi venuti, a cui va richiesta peraltro una condivisione di valori civili che da sempre alimentano le più felici espressioni della nostra città”.

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Per il porporato, “il medesimo orientamento deve animare anche l‘accoglienza che ci viene chiesta verso uomini e donne, non poche volte anche bambini, che, profughi, si rifugiano tra noi allontanandosi da guerre, fame, condizioni disumane di vita; tutti da accogliere come fratelli, perché in ciascuno di loro dobbiamo riconoscere la dignità di una persona umana”.

San Lorenzo è stato testimone di questo: “La logica del perdersi per avere la vita diventa la logica del vero cristiano, quella che emerge in tutta la sua luce nella vicenda dei martiri; dei martiri antichi come Lorenzo e dei martiri di oggi, dei tanti cristiani che continuano a subire persecuzione e morte per la loro fedeltà a Cristo in non pochi Paesi del mondo”.

“Sia sempre vivo nel nostro cuore – ha esortato il porporato - il pensiero per Asia Bibi e per quanti come lei sono in prigione, minacciati nella loro vita dall'intolleranza religiosa, ancora così diffusa nel mondo. Siano vivi nelle nostre preghiere e nella coscienza di chi governa i popoli perché mettano la libertà religiosa tra le prime preoccupazioni della loro azione politica nelle relazioni internazionali".