Nessuno ignora che, dopo la recente immane guerra, sono sorti dei nuovi Stati, od alcuni che già preesistevano si sono ingranditi di nuovi territori. Ora, è evidente che questi Stati non hanno nessun diritto a reclamare per sé quei privilegi che la Santa Sede aveva concesso ad altri mediante patti solenni e convenzioni speciali, poiché ciò che è stato concordato fra alcuni non può recare ad altri né vantaggi né pregiudizio. Vediamo parimenti che alcuni Stati, in seguito a così gravi e radicali sconvolgimenti politici, si sono trasformati al punto da non poter più essere considerati come la stessa persona morale con la quale la Sede Apostolica aveva trattato in precedenza. Dal che naturalmente consegue che anche i patti e le convenzioni che prima erano stati conclusi tra la Santa Sede e quegli Stati non hanno più alcun valore”. Così Papa Benedetto XV parlava, esprimendo preoccupazione, ai Cardinali riuniti in concistoro segreto il 21 novembre 1921.

Il Papa, aprendo alla possibilità di nuovi accordi teneva a precisare che non avrebbe acconsentito “mai che in questi Concordati si insinui alcunché di contrario alla dignità e alla libertà della Chiesa, poiché importa altamente alla stessa prosperità del civile consorzio, specialmente ai giorni nostri, che tale libertà e dignità rimangano salve e intatte”.

“Noi Ci rivolgiamo specialmente a Dio – aggiungeva Benedetto XV - per averne un rimedio pronto ed efficace a sanare i mali ond’è travagliata la società umana, tuttavia riteniamo che non si debbano tralasciare e trascurare quei mezzi e quei rimedi che vengono suggeriti dalla ragione e dall’esperienza. Utilizzando questi mezzi e queste misure, i reggitori dei popoli, in funzione del loro ruolo, debbono provvedere al bene comune; tuttavia sarebbe nefasto contare soltanto su di essi non curando l’aiuto di Dio”.

Concludendo il suo intervento il Papa faceva riferimento alla Conferenza di Washington sul disarmo: “vediamo con grande piacere – sottolineava - che i rappresentanti di parecchie Nazioni si sono riuniti in questi giorni a Washington allo scopo di accordarsi sulla riduzione degli armamenti. Auguriamo ardentemente che i loro lavori abbiano un felice risultato, e supplichiamo che Iddio voglia assisterli con la più viva luce della sua sapienza: non si tratta soltanto di alleggerire i popoli di oneri ormai insopportabili — il che non è poca cosa — ma anche — il che è più importante — di allontanare il più possibile i pericoli di nuove guerre”.