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Benedetto XV, il vincolo della carità

A quasi un anno dalla fine della Prima Guerra Mondiale Benedetto XV ricordava che l’odio alimentato dalla guerra va sostituito con la “fraterna carità"

Papa Benedetto XV |  | pubblico dominio Papa Benedetto XV | | pubblico dominio

A quasi un anno dalla fine del conflitto, le conseguenze della guerra si fanno sentire ancora pesantemente in Europa e Papa Benedetto XV con una lettera inviata ai vescovi tedeschi nel luglio 1919 invitava all’impegno concreto per la popolazione alle prese con la mancanza di cibo e dei beni di prima necessità.

Bisogna impegnarsi – scriveva il Pontefice – affinchè “vengano riparati gl’immensi danni prodotti dalla guerra”.

Benedetto XV suggeriva ai Vescovi di raccomandare “ai fedeli delle campagne che non ricusino di fornire agli abitanti delle città che soffrono la fame, quel tanto di cibarie di cui possono privarsi. Ciò è assolutamente imposto, in così gravi ristrettezze, dalla legge della carità che — se abbraccia tutti, perfino i nemici — vuole che noi amiamo in modo speciale coloro che hanno con noi comune il vincolo della patria”.

Contestualmente il Papa invitava le altre nazioni e in particolare quelle cattoliche “soccorrere codeste popolazioni che sappiamo ridotte all’estremo; e ciò facciamo, non tanto per i pericoli che incombono sulla società, quanto perché membri della stessa umana famiglia e per impulso di cristiana carità”.

L’odio alimentato dalla guerra va sostituito – concludeva il Pontefice – con la “fraterna carità, che è di Gesù Cristo, e che non conobbe né barriere, né confini, né lotte di classe”.

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