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Cantalamessa, accogliamo con stupore il dono che Dio ci fa del suo Figlio

La terza predica di Avvento in Vaticano

Predica di Avvento in Vaticano  |  | Vatican Media Predica di Avvento in Vaticano | | Vatican Media

"L’atto di carità tradizionale, almeno nella recita privata e personalenon dovrebbe cominciare con le parole: “Mio Dio, ti amo con tutto il cuore”, ma “Mio Dio, credo con tutto il cuore che tu mi ami”".

Lo ha detto il cardinale Cantalamessa nella predica di Avvento tenuta oggi alla presenza del Papa nell’Aula Paolo VI.

Parlando della carità il predicatore ha detto che la strada da seguire è accogliere l’amore del Padre e crederci fermamente, perché il "Natale è la manifestazione — alla lettera, l’“epifania” — della bontà e dell’amore di Dio per il mondo". E per questo- come riporta l' Osservatore Romano-  occorre ritornare bambini, i quali "credono all’amore, ma non in base a un ragionamento".

L’amore di Dio, ha proseguito il predicatore della Casa pontificia, ha quindi un aspetto oggettivo che chiamiamo grazia santificante, o carità infusa; ma comporta anche "un elemento soggettivo, una ripercussione esistenziale, come è nella natura stessa dell’amore".

Cantalamessa ha citato San' Agostino e l’amor socialis, cioè "l’amore del bene comune". che impone a tutti i cristiani di agire affinché sia ridotto il divario "tra un ridotto numero di ricchissimi e lo sterminato numero dei diseredati della terra".

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Dal pensiero di San Tommaso d’Aquino il cardinale ha tratto un'altra riflessione : "la carità suppone la capacità e la predisposizione naturale dell’essere umano ad amare ed essere amato. Questa capacità ci può salvare oggi da una tendenza in atto che porterebbe, se non corretta, a una vera e propria “disumanizzazione”".  Ed ha concluso che con la venuta di Cristo "il grande fiume della storia è arrivato a una “chiusa” e riparte a un livello più alto", in quanto è stato "colmato il grande “dislivello” che separava Dio dall’uomo, il Creatore dalla c re a t u r a " . L’amore del Padre "è davvero diventato un bambino, noi sappiamo che esso è ormai una realtà, un evento, anzi una persona" per questo la cosa più bella che si può fare a Natale, non è soltanto offrire qualcosa a Dio "ma accogliere con stupore il dono che Dio Padre fa al mondo del suo stesso Figlio".