“Ogni celebrazione liturgica, in quanto opera di Cristo sacerdote e del suo corpo, che è la Chiesa, è azione sacra per eccellenza e nessun'altra azione della Chiesa ne uguaglia l'efficacia allo stesso titolo e allo stesso grado. È nei soggetti, o negli attori, della liturgia che oggi siamo in grado di notare una lacuna in questa descrizione. I protagonisti qui messi in luce sono due: Cristo e la Chiesa. Manca ogni accenno al posto dello Spirito Santo. Anche nel resto della costituzione, lo Spirito Santo non è mai oggetto di un discorso diretto, solo nominato qua e là, e sempre in obliquo”. Sono parole di Padre Raniero Cantalamessa, Predicatore della Casa Pontificia, nel corso della I predica di Quaresima tenuta stamane nella Cappella Redemptoris Mater alla presenza di Papa Francesco.

“Non basta - ha ricordato il frate secondo quanto diffuso dalla Radio Vaticana - ricordare ogni tanto che c’è anche lo Spirito Santo; bisogna riconoscergli il ruolo di anello essenziale, sia nel cammino di uscita delle creature da  Dio che in quello di ritorno delle creature a Dio. Il fossato esistente tra noi e il Gesù della storia è colmato dallo Spirito Santo. Senza di lui, tutto nella liturgia è soltanto memoria; con lui, tutto è anche presenza. Lo Spirito Santo non autorizza a inventare nuove e arbitrarie forme di liturgia o a modificare di propria iniziativa quelle esistenti, compito questo che spetta alla gerarchia. Egli è l’unico però che rinnova e da la vita a tutte le espressioni della liturgia. In altre parole, lo Spirito Santo non fa cose nuove, ma fa nuove le cose”.