Advertisement

Caritas Internationalis, verso il nuovo presidente

Caritas Internationalis | Presentazione di un libro sui volontari di Caritas Internationalis e Cor Unum, 2012 | Alan Holdren, / Catholic News Agency Caritas Internationalis | Presentazione di un libro sui volontari di Caritas Internationalis e Cor Unum, 2012 | Alan Holdren, / Catholic News Agency

L’assemblea generale di Caritas Internationalis che inizia oggi e termina il 17 maggio non serve solamente a definire le linee guida dell’organismo per i prossimi quattro anni. In gioco è anche l’elezione del nuovo presidente, dato che il Cardinal Oscar Rodriguez Maradiaga, in carica per i mandati 2007-2011 e 2011-2015, lascerà l’incarico. E per l’incarico di nuovo presidente c’è una corsa a due: da una parte, il Cardinal Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila; dall’altra Joseph Soueiph, arcivescovo maronita di Cipro.

La nomina del presidente è la più importante e la meno scontata tra quelle degli organismi direttivi di Caritas Internationalis. Dopo la riforma degli Statuti del 2012, Caritas Internationalis deve proporre i suoi candidati per l’incarico di presidente, segretario e tesoriere al Papa, e solo dopo l’approvazione papale li può sottoporre al voto dell’assemblea. Una scelta che serviva a fare sì che le 164 agenzie sotto l’ombrello di Caritas Internationalis stessero sotto un coordinamento unitario, che è poi quello necessario della Santa Sede.

Non ci saranno sorprese per la nomina di segretario, perché c’è un solo candidato, ovvero il segretario uscente Michel Roy. Arrivato nel 2011 direttamente dalla Caritas francese “Secours Catholique,” Michel Roy ha dato prova in questi anni di capacità di gestione e coordinamento, diventando un punto di riferimento per tutti.

Diversa la questione del nuovo presidente, cui si arriva in assemblea con due nominativi. Da una parte, il Cardinale Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila, Filippine. È considerato di certo il porporato asiatico con maggiore appeal, le sue uscite pubbliche sono mirate e precise, e in molti lo considerano un possibile papabile al prossimo conclave, data la giovane età e il pensiero aperto, ma ben fermo sui temi etici – molto importanti sono state le sue prese di posizione sulla legge sull’aborto nelle Filippine.

Il nome del Cardinal Tagle gira da moltissimo tempo, è comparso come indiscrezione su diversi media, soprattutto di stampo progressista, che lo stima molto per aver lavorato ad uno dei testi della ‘Scuola di Bologna’ sul Concilio Vaticano II. Molto apprezzato per il suo lavoro di coordinamento degli aiuti nel suo Paese, che viene colpito da una media di 20 tifoni l’anno, è considerato da molti il candidato ideale, praticamente senza rivali nella Chiesa povera e delle periferie di Papa Francesco. Un candidato così forte che si è fatta persino ventilare l’ipotesi che gli altri candidati avrebbero potuto lasciargli libera la strada, convergendo verso una sostanziale unanimità dell’assemblea alla nomina del porporato filippino.

Advertisement

Tutto questo non dovrebbe accadere. L’altro candidato è l’arcivescovo di Cipro Joseph Soueif, maronita e presidente della Caritas locale. Con lui starebbero le agenzie europee, e avrebbe anche il sostegno del Consiglio della Conferenza delle Chiese Europee. Per il fatto di essere maronita, rappresenta il necessario ponte con la cultura di Oriente. Poi, proviene dal Libano, e amministra Cipro, in un rapporto difficile con la parte dell’isola sotto la dominazione turca, e questo ne fa un profondo conoscitore dei problemi della Chiesa che soffre. Inoltre, è un membro del COMECE, la Commissione delle Conferenze Episcopali della Comunità Europea.

Scegliendo uno dei due candidati, Caritas Internationalis farà dunque anche una scelta “politica,” che orienterà di certo le linee guida del prossimo quadriennio. Intanto, l’assemblea generale discuterà su “Una Famiglia Umana. Prendersi cura del Creato,” una riflessione che coinvolge anche il “padre” della Teologia della Liberazione, il teologo Gustavo Gutierrez, chiamato a parlare come ospite all’assemblea insieme  tra gli altri a Jeffrey Sachs, esperto di economia dello sviluppo e consulente speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon.