Primi 100mila euro stanziati dalla Caritas per far fronte alla crisi scoppiata in Burundi, dove sono attivi progetti da oltre vent’anni. A tre mesi dalle prime fibrillazioni politiche, spiegano dall’organismo caritativo della Cei, “la situazione rimane grave con oltre 180.000 profughi fuggiti in Tanzania, Rwanda, Repubblica Democratica del Congo, Uganda e almeno 15.000 sfollati all’interno del paese”.

“Le Caritas dei paesi coinvolti – spiegano ancora da Caritas italiana - si sono mobilitate sin dall’inizio della crisi per l’assistenza ai profughi e agli sfollati con interventi di distribuzione di viveri, coperte, fornitura di assistenza medica. Sono oltre 10.000 le persone aiutate da Caritas in Burundi, Tanzania, Rwanda e Repubblica Democratica del Congo tra cui particolare attenzione è data alle fasce più vulnerabili quali i minori e le donne”.

La crisi è esplosa a seguito della ricandidatura per il terzo mandato del presidente in carica Pierre Nkurunziza, da 10 anni a capo del paese. Candidatura contestata dall’opposizione e da molte realtà della società civile burundese, tra cui anche la Chiesa locale, in quanto ritenuta incostituzionale. Da allora si sono susseguite innumerevoli proteste e atti di violenza da parte delle opposte fazioni e della polizia che hanno provocato oltre 100 morti, centinaia di feriti e decina di migliaia di persone in fuga soprattutto verso i paesi limitrofi provocando una crisi umanitaria in tutta la regione.