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Chiesa di Germania, crollano (ancora) i numeri dei fedeli

È un trend che non accenna a diminuire, quello dell’uscita dalla Chiesa cattolica dei fedeli tedeschi. Difficile spiegarlo solo con il nodo Kirchensteuer. Ancora più difficile che la Synodaler Weg abbia un impatto

Conferenza Episcopale Tedesca | Il segretariato della Conferenza Episcopale Tedesca a Bonn | DBK.de Conferenza Episcopale Tedesca | Il segretariato della Conferenza Episcopale Tedesca a Bonn | DBK.de

Chiesa di Germania, è ancora record negativo. Secondo i dati diffusi dalla Conferenza Episcopale tedesca lo scorso 27 giugno, nel 2021 hanno lasciato la Chiesa Cattolica 359.338 persone. È un numero record, un picco in un trend ormai consolidato. Perché sono anni che la Chiesa di Germania vede scendere i numeri. Nel 2020, 221.390 persone avevano lasciato la Chiesa Cattolica. Nel 2019, erano stati 272.771.

Una delle motivazioni che portano ad una tale emorragia di fedeli è la Kirchensteuer, la tassa sulla Chiesa in Germania. Si tratta di una tassa che ammonta all’8 per cento della dichiarazione dei redditi, e che tutti gli aderenti alla Chiesa sono tenuti a pagare. Se non si paga la tassa, si è automaticamente scomunicati, e quindi cancellati dai registri dei battesimi. Ovviamente, c’erano varie situazioni da sanare. Gli immigrati spesso non sapevano di dover pagare la tassa e, una volta tornati a casa, si ritrovavano impossibilitati a sposarsi in Chiesa perché non iscritti più tra i battezzati.

Di certo, questo è stato uno dei problemi più grandi, anche perché la Chiesa di Germania non ha mai voluto abbandonare la visione che chi non paga la tassa è scomunicato. E la risposta, in generale, è arrivata da una idea di marketing, più che di fede. Si deve rendere la fede attrattiva per convincere i fedeli a battezzarsi e dunque a pagare la tassa. Vengono da qui le forti spinte secolarizzatrici della Chiesa in Germania, che sono sfociate in quella che oggi è la Synodaler Weg, il cammino sinodale, che punta a portare un cambio e una modernizzazione alla Chiesa stessa.

Per coloro che supportano il cammino sinodale, nato a seguito di un rapporto sugli abusi del 2019, i numeri di quest’anno sono la prova che c’è bisogno di una riforma. Anche l’arcivescovo Georg Bätzing, presidente della Conferenza Episcopale Tedesca, ha voluto sottolineare che le cifre “mostrano la profonda crisi in cui ci troviamo come Chiesa cattolica in Germania. Non c’è pillola da zuccherare, e sono profondamente scioccato dal numero di persone che lasciano la Chiesa”.

Anche perché , ha aggiunto, a lasciare non sono solo cattolici con scarsa connessione alla Chiesa, ma anche persone che invece erano molto coinvolte, e si è detto convinto che, una volta che i cambiamenti del cammino sinodale arriveranno a fondo, questo trend potrebbe cambiare.

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Il rapporto dei vescovi tedeschi ha anche dai positivi. Per esempio, nel 2020 c’erano stati 104.610 battesimi, mentre nel 2021 erano stati 141.992. I matrimoni in chiesa sono quasi raddoppiati: erano 11.018 nel 2020, sono stati 20.140 nel 2021. Anche le prime comunioni hanno avuto una significativa crescita, da 139.752 a 156.574.

Difficile da interpretare i dati.

La crescita di vita religiosa, nonostante il brusco calo di adesioni al cattolicesimo, significa che in fondo il cammino sinodale non è così importante per la Chiesa di Germania come si pensava? Anche perché altre cifre sembrano contrastanti. Per esempio, il numero dei partecipanti alla Messa è ora di circa 923.000 persone, mentre nel 2020 era di 1,3 milioni: un calo significativo.

D’altro canto, il cammino sinodale della Chiesa di Germania non sta avendo il successo che si attendeva. Addirittura, una sessione è stata cancellata perché era mancato il quorum di partecipazione, mentre le proposte estreme, fino all’ordinazione delle donne, non hanno avuto grosso seguito popolare. Lo stesso Papa Francesco, in una conversazione con i direttori delle riviste gesuite poi riportato da La Civiltà Cattolica, ha notato che in Germania “c’è già una Chiesa evangelica”, mentre il Cardinale Walter Kasper, non certo un conservatore, ha ammonito il Cammino Sinodale che deve ascoltare le critiche, altrimenti andrà a sbattere la testa.