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Concistoro 2020, Papa Francesco tra metodo e sorpresa

Papa Francesco si conferma metodico nei tempi e sorprendente nelle scelte in tema di concistoro

Papa Francesco  |  | Daniel Ibanez CNA Papa Francesco | | Daniel Ibanez CNA

Papa Francesco si conferma metodico nei tempi e sorprendente nelle scelte in tema di concistoro. Metodico perché il Pontefice ha presieduto un concistoro all’anno durante il pontificato, e così sarà anche nel 2020 nonostante la pandemia. Sorprendente perché i nomi scelti spesso sono dei veri e propri outsider, così come lo sono le sedi che rappresentano.

Con i suoi sette concistori Papa Francesco ha ridisegnato completamente la geografia ma anche la storia del Sacro Collegio. Attualmente restano fuori dal novero dei Cardinali elettori gli Arcivescovi residenziali – attualmente in carica – di diocesi tradizionalmente cardinalizie: Venezia, Torino, Genova, Milano, Palermo, Parigi, Cracovia.

E’ vero che alcune di queste diocesi sono comunque rappresentate da emeriti ancora elettori: il Cardinale Scola per Venezia e Milano, il Cardinale Bagnasco per Genova, il Cardinale Vingt-Trois per Parigi.

Curioso anche il fatto che attualmente la Francia non abbia nemmeno un Cardinale elettore che sia Arcivescovo residenziale in carica: tutti e tre gli attuali elettori – Vingt-Trois (Parigi) , Ricard (Bordeaux) e Barbarin (Lione) – sono emeriti.

Allo stesso tempo Francesco ha incluso  nel Sacro Collegio per la prima volta nella storia sedi che finora non erano mai state rappresentate: Capiz (Filippine), il vicariato apostolico del Brunei, Kigali (Ruanda).

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Queste sedi vanno ad aggiungersi a quelle selezionate dal Pontefice nei suoi sei precedenti concistori: Cotaboto (Filippine), Les Cayes (Haiti), Morelia (Messico), Yangoon (Myanmar), Agrigento (Italia), David (Panama), Santiago di Capo Verde (Capo Verde), Tonga, Bangui (Rep. Centrafricana), Dacca (Bangladesh), Merida (Venezuela), Tlalnepantla (Messico), Port Moresby (Papua Nuova Guinea), Newark (USA), Bamako (Mali), Stoccolma (Svezia), Fatima (Portogallo), Huancayo (Perù), Toamasina (Madagascar), Lussemburgo, Huehuetanago (Guatemala), Rabat (Marocco).

Francesco si conferma anche poco incline alle creazioni cardinalizie per gli uomini della Curia Romana: se sono stati annoverati Mario Grech, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, ed il neo Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi Marcello Semeraro, restano fuori Nunzio Galantino, Presidente dell’APSA; il gesuita Juan Antonio Guerrero Alves – peraltro solo presbitero – Prefetto della Segreteria per l’Economia; Filippo Jannone, Presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi; Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione. Finora il Papa aveva creato Cardinali solo 11 rappresentanti della Curia Romana. Diventano 13 su un totale di 101.