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Conclusa la Assemblea della Cei i vescovi tornano alle diocesi

Il cardinale Angelo Bagnasco durante la conferenza stampa | Il cardinale Angelo Bagnasco durante la conferenza stampa | Daniel Ibáñez / CNA Il cardinale Angelo Bagnasco durante la conferenza stampa | Il cardinale Angelo Bagnasco durante la conferenza stampa | Daniel Ibáñez / CNA

I temi sono tanti, dalle questioni sulla famiglia al problema del lavoro e della accoglienza di migranti fino, ovviamente, alla organizzazione del Giubileo e del Convegno di Firenze dove ancora una volta il Papa incontrerà la realtà della Chiesa in Italia.

Famiglia, da custodire e tutelare perché è fondamento della società, perché è il luogo naturale della educazione anche al vivere sociale, perché è grembo e difesa della vita, perché un figlio non si produce ma si accetta come dono. Famiglia con le sue difficoltà che verranno portate in assemblea sinodale. E la Cei a differenza di altre conferenze episcopali, si attiene alle indicazioni date dalla Segreteria generale del Sinodo e non pubblica il resoconto delle risposte raccolte nelle parrocchie. Ma di questo si è parlato molto nei lavori della Assemblea generale, addirittura con dei gruppi di lavoro, in modo sinodale appunto. Quasi a dimostrare che quella collegialità che il Papa ha chiesto con forza nel su discorso all’apertura dei lavori.

Un discorso che è stato solo un punto di partenza per un dialogo sul quale il Papa stesso ha chiesto il massimo riserbo. Il cardinale Presidente Angelo Bagnasco ha confermato solo che il dialogo è stato franco e fraterno, con un vero spirito di comunione.

Assemblea di grandi rinnovamenti elettorali con la nomina del Vice Presidente della CEI per l’area Nord,  Franco Giulio Brambilla, Vescovo di Novara, che potrebbe essere anche uno dei rappresentanti della Cei al Sinodo dei vescovi.

Eletti anche i Presidenti delle dodici Commissioni Episcopali, che faranno parte del Consiglio Permanente per i prossimi cinque anni. Tra loro il cardinale Francesco Montenegro, Arcivescovo di Agrigento che sarà presidente della Commissione Episcopale per il servizio della carità e la salute;- Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti - Vasto che diventa presidente della Commissione Episcopale per l’ecumenismo e il dialogo e Mariano Crociata, Vescovo di Latina - Terracina - Sezze - Priverno, già segretario della Cei che diventa presidente della Commissione Episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università. Sarà Guerino Di Tora, vescovo ausiliare di Roma, a presiedere  alla Commissione Episcopale per le migrazioni.

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Rinnovati anche i membri del Consiglio per gli affari economici che saranno Giovanni Paolo Benotto, Arcivescovo di Pisa;  Lorenzo Ghizzoni, Arcivescovo di Ravenna - Cervia; Simone Giusti, Vescovo di Livorno; Luigi Moretti, Arcivescovo di Salerno - Campagna - Acerno.

Cambiano anche alcuni assistenti ecclesiastici e cambia il Direttore dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali. Al posto di Domenico Pompili eletto vescovo di Rieti ci sarà Don Ivan Maffeis, di Trento già parte della squadra comunicativa della Cei.

E a proposito di 8 per mille nel 2015 la cifra non arriva neanche ad un miliardo di euro. Un po’ per il calo del gettito fiscale, un po’ per un conguaglio ( lo stato aveva sbagliato i conti)  e anche per un calo del 2 per cento delle firme.

Ma, spiega Bagnasco, come in ogni famiglia si ridistribuiscono meglio i soldi soprattutto per andare incontro alle esigenze caritative sempre crescenti. Fino agli ultimi stanziamenti per il terremotati del   Nepal.

Ma c’è anche una revisione delle spese per i Tribunali ecclesiastici regionali. Un tema importante che riguarda anche le difficoltà delle famiglie. In particolare per le richieste di nullità matrimoniale si richiedono solo 500 euro ai fedeli, il resto dei costi, personale e strutture compresi, sono a carico della diocesi e della Cei.

Sulla edilizia di culto una contrazione è dovuta alla scelta di attendere tempi migliori per la costruzione di nuove chiese, e infine si risparmia anche per il sostentamento del clero. Gli “stipendi” sono fermi da almeno 8 anni.

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Partendo dal discorso del Papa il cardinale Bagnasco ha tenuto a ricordare che sul tema della denuncia della corruzione la Cei aveva anni fa prodotto un testo “Educare alla legalità” che si può rileggere e forse aggiornare.

C’è anche da ricordare il ruolo del laicato che, come ha ricordato il Papa, non deve essere clericalizzato secondo l’insegnamento del Concilio, e che per ogni stagione della vita c’è una differente possibilità di impegno.

Si è parlato anche della diminuzione del numero delle diocesi, “ il Papa si rende consto sempre di più “ che le diocesi sono la presenza tangibile della prossimità della Chiesa alla gente. Anche se in alcuni casi ormai si sono immensamente ridotti gli abitanti.  La questione per ora rimane aperta.

Giubileo, altro tema discusso, soprattutto per il calendario, mentre rimane ancora poco chiaro come gestire i “missionari della misericordia” di cui il Papa parla nella Bolla Misericordiae vultus. I vescovi italiani aspettano indicazioni.

E per affrontare lo svuotamento dei monasteri, tema di cui ha parlato il Papa, l’unica possibilità sarebbe quella di creare “comunità più significative”, ma non è certo facile unire carismi e regole diversi.

Il lavoro ora passa nelle diocesi, con l’impegno a mantenere quella collegialità che il Papa ha richiesta nel suo discorso di apertura, e a seguire le indicazioni della Evangelii gaudium con lo stile “del pastore che precede il gregge, lo accompagna e lo segue”.