Prosegue spedita la causa di beatificazione e canonizzazione di Don Luigi Sturzo, presbitero e fondatore del Partito Popolare Italiano. Stamane in Laterano - a Roma - si è conclusa la fase diocesana della causa. A presiedere la seduta, in rappresentanza del Vicario Generale Monsignor Angelo De Donatis, è stato Monsignor Slawomir Oder, vicario giudiziale del Tribunale ordinario della diocesi di Roma.

Sono stati ascoltati - ha spiegato Oder - circa 150 testimoni.  Come sacerdote - ha aggiunto - Don Sturzo  “sentì la vocazione ad esercitare il proprio ministero in un campo diverso da quelli usuali, ma non meno importante, quello della politica, perché egli intendeva ricondurre tale umana attività alla sua finalità naturale di carità e di servizio”.

Fervente il suo impegno “a realizzare i principi della Dottrina Sociale della Chiesa sulla base dell’Enciclica Rerum Novarum di Leone XIII. Nel Servo di Dio s’incarnò l’ideale cristiano di politica, che egli vedeva come esercizio di carità, ossia esigenza d’amore e di servizio a favore del prossimo, ricerca ed attuazione del bene comune, dovere civico e atto di carità verso il prossimo. Con questi ideali nasce il suo primo proclama ai Liberi e Forti per la fondazione del Partito Popolare Italiano, in cui egli non intende impegnare direttamente la Chiesa, ma soltanto alcuni cattolici italiani, per una politica, che diventa l’espressione sociale di quanto si vive interiormente nella dimensione cristiana, ed in questo Don Sturzo non è solo un pensatore coerente, ma è soprattutto un testimone della propria esperienza sacerdotale e interiore con Dio”.

Conclusa, dunque, la fase diocesana l’incartamento passa adesso all’esame della Congregazione per le Cause dei Santi