A via della Consolazione nel Rione Campitelli c'è una edicola dedicata a Maria Consolatrice degli Afflitti. E' un dipito ad olio su tela di forma rettangolare raffigurante la Vergine con grandi occhi luminosi e aspetto imponente: un ampio manto, di colore azzurro, ne avvolge il capo e la persona; tiene in grembo il Bambino che solleva il braccio in atto di benedire.

Secondo il volume " Madonnelle romane e religiosità popolare" l'immagine, protetta da un vetro, è racchiusa in una corninca barocca in stucco grigio su cui corre la scritta: "Consolatrix afflictorum- anno 1658". Il tabernacolo sormontato da un baldacchino ligneo a spicchi, è al centro di una grande raggiera dalla quale affiorano, fra nubi, testine di cherubini.
Sotto la cornice è posto un lume in ferro battuto dal lungo braccio e una mensolina di marmo sorretta da volute di ferro. Il volume della Romana società editrice, racconta una cosa importante: "L'edicola fu edificata a memoria e riconoscenza per la liberazione dalla città da una terribile pestilenza".

L'opera è da attribuirsi all'artista Nicolò Berrettoni da Montefeltro. Nel 1787 fu apposta un'altra lapide che, con ingenua eloquenza, rivela la fede e il profondo sentimento religioso radicati nell'animo umano: "Qui con dimessa fronte, o passeggier t'arresta, qui delle grazie è il fonte, di Dio la Madre è questa. Mirala, piangi e prega, che ella devoti suoi grazie non nega".

La presenza di fiori freschi, posti in vasi situati sul muretto al di sotto dalla lapide, e di alcuni lumini costituisce la testimonianza della devozione popolare. L'effigie era a protezione anche dell'Ospedale del 400 di Santa Maria della Consolazione, ora soppresso.
L'edicola fu restaurata nel 1975 dal Comune di Roma.