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Coronavirus, anche in Germania in molte diocesi obbligo di maschera durante la messa

Il presidente della Conferenza Episcopale, il Natale sarà diverso da come siamo abituati e da come desidereremmo

Una chiesa in Germania |  | DP Una chiesa in Germania | | DP

Sopraggiunta la seconda ondata di infezioni di corona virus, le diocesi tedesche, con severità proporzionale al valore settimanale di incidenza (la percentuale di nuovi infetti su 100.000 negli ultimi sette giorni), ricalibrano le misure di prevezione nelle proprie attività religiose.

Secondo dati aggiornati al 25 ottobre scorso la Germania conta 434.798 casi di infezione e 10.032 deceduti a causa del virus. Il presidente del land Bayern, Markus Söder, si è battuto – senza successo - per avere una regolamentazione valida per tutta la Repubblica federale. Il circondario di Berchtesgaden, autentico paradiso delle vacanze della regione bavarese al confine con l´Austria, è stato costretto ad inasprire le misure anticovid-19, risultando la località maglia nera nella Repubblica federale per quanto riguarda il fattore di incidenza settimanale: lo scorso lunedì 19 ottobre il fattore di infezione negli ultimi sette giorni si é attestato a 272,8 cittadini su 100.000. Da qui la necessità di introdurre misure preventive più restrittive nelle celebrazioni religiose. In tutto il territorio della parrocchia, che appartiene all´arcidiocesi di Monaco e Frisinga, durante le messe il fedele è ora tenuto ad indossare la maschera protettiva di naso e bocca, anche dal proprio posto a sedere. Resta sempre valido il divieto di canti comunitari.

A questo proposito, la Federazione Cecilia per la Germania e la Federazione tedesca Pueri Cantores hanno aggiornato la regolamentazione per cori ecclesiastici contro il corona virus pubblicata a giugno. L´aggiornamento, che comprende evidenze ed esperienze raccolte negli scorsi mesi, soprattutto per ciò che riguarda l´importanza dell´aerazione, ha lo scopo di garantire durante il periodo invernale le prove dei cori parrocchiali e l´animazione liturgica, e deve sempre essere modulato in base alle differenti regole in vigore nei diversi länder e diocesi.

Nel Bayern non risultano notizie di focolai nelle Chiese cattolica e ed evangelica. Per questo il caso Berchtesgaden rappresenta un buon esempio di adozione chirurgicamente localizzata di misure restrittive: una sorta di modello alternativo alla più drastica chiusura generalizzata di tutte le attività religiose. 

Non può dirsi altrettanto fortunato il land confinante, il Baden-Württemberg, che conta 68.482 casi di infezione. Qui dalla scorsa settimana sono in vigore regolamentazioni più severe nelle celebrazioni religiose: un limite di 500 parecipanti per manifestazioni all´aperto e di 100 per i funerali. Vige l´obbligo di raccogliere i dati di contatto - nome, indirizzo e numero di telefono - dei partecipanti.

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Anche il land Hessen adotta misure più restrittive solo se necessario: l´intervento scatta solo se il fattore di infezione settimanale supera la soglia dei 50 casi su 100.000 abitanti. Lo stesso nel Saarland: qui superata questa soglia, subentra l´obbligo di indossare la maschera durante la celebrazione - anche quando avvenisse all´aperto - in chiese, moschee e sinagoghe.

Più severe le misure nel land Nordrhein-Westfalen, regione che da sola conta un quarto dei casi di coronavirus di tutto il Paese (107.759). Qui l´obbligo di indossare la maschera durante la celebrazione in spazi chiusi scatta già a partire da un fattore 35. La diocesi di Essen è interessata già da queste misure e limita la partecipazione ai funerali a 25 persone. La diocesi di Aachen «consiglia», senza obbligare dunque, già da maggio l´uso della maschera durante la messa.

Il land Niedersachsen invece, per via del numero relativamente basso di infezioni totali (29.640) può consentirsi un approccio più morbido verso le celebrazioni religiose: così nelle diocesi di Osnabrück e Hildesheim, comprese nel suo territorio non si registrano inasprimenti delle misure di prevenzioni del virus covid-19. La diocesi di Osnabrück tuttavia si prepara ad aumentare il numero di messe nel periodo natalizio per evitare assembramenti di fedeli.

Ma i fedeli tedeschi sentono davvero il bisogno di un maggior numero di messe a Natale? Non proprio, a giudicare da un sondaggio della agenzia d INSA Consulere, commissionato dal settimanale cattolico Die Tagespost. Due terzi degli interrogati – senza differenze rimarchevoli tra tedeschi dell´Ovest (21%) o dell´ex Germania comunista (18%) - hanno dichiarato che non sentirebbero la mancanza della messa di Natale, qualora dovesse essere soppressa per via del corona virus. Le percentuali, ovviamente, crescono appena di qualche punto se gli interrogati sono cattolici (29%) o protestanti (31%). La sociologa delle Religioni, Anna Neumaier, vede nei periodi di crisi una chance per la Chiesa poiché «sono momenti in cui la tradizione religiosa può elevarsi ad una forma superiore. La maggioranza delle persone sta soffrendo molto, gravata da un peso inusuale», in questo senso la messa di Natale potrebbe rappresentare un momento di contatto con la Chiesa.

«Il Natale ci sarà – ha detto Georg Bätzing, presidente della Conferenza episcopale tedesca e vescovo di Limburgo, alla rivista Der Spiegel – ma sarà diverso da come siamo abituati e da come desidereremmo. Nelle comunità ci sono tante idee creative per una celebrazione natalizia in tempo di pandemia, come per esempio celebrarla all´aperto o in casa. Il Natale è una festa delle generazioni, quindi dobbiamo proteggere i gruppi a rischio con particolare attenzione».

Il presule ha inoltre criticato duramente le teorie dei cosiddetti negazionisti: «Quando durante manifestazioni o in pubblico coscientemente non si indossa la maschera, si danneggia la salute delle persone. Ci saranno sicuramente anche cristiani che si fanno una propria immagine delle cose. Su questo voglio dire che abbiamo un Dio che ci ha donato spirito, ragione e intelletto. Non vedo proprio spazio per le teorie del complotto».

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Nonostante i numeri delle infezioni aumentino il vescovo Bätzing si dichiara soddisfatto delle misure adottate localmente dalle diocesi e, ad oggi, non vede all´orizzonte nuovi divieti di celebrare le messe: «Abbiamo messo in atto misure ad ampio raggio per fare in modo che dalle messe non sorgano focolai di infezione».