Advertisement

Coronavirus, Caritas Italiana: “La dimensione della carità non può subire limitazioni”

In una lettera inviata ai delegati regionali e a tutte le Caritas Diocesane, presidente e direttore di Caritas Italiana sottolineano che, con tutte le cautele, è chiaro che non vengono meno i servizi di carità

Ambulanza a San Pietro | Una ambulanza della Croce Rossa davanti la Basilica di San Pietro | Daniel Ibanez / ACI Group Ambulanza a San Pietro | Una ambulanza della Croce Rossa davanti la Basilica di San Pietro | Daniel Ibanez / ACI Group

La Caritas non si ferma. In una lettera inviata ai delegati regionali e a tutte le Caritas regionali, monsignor Carlo Roberto Maria Radaelli, presidente di Caritas, e don Francesco Soddu, direttore, lo spiegano con chiarezza.

“Pur con tutte le cautele del caso – scrivono - e con la prudenza necessaria, senza esporsi ed esporre altri ad inutili rischi, è chiaro che non possono venir meno i servizi essenziali a favore dei poveri, quali le mense, gli empori, i dormitori, i centri di ascolto che le Caritas a livello diocesano e parrocchiale assicurano quotidianamente”.

Per Monsignor Redaelli e don Soddu “la dimensione della Parola, quella dei Sacramenti e quella comunitaria subiscono inevitabili limitazioni, non può invece venire meno la dimensione della carità di cui voi, in prima linea, siete i testimoni nelle e con le vostre comunità”.

La fornitura dei servizi – si legge ancora – va fatto “ovviamente con piena responsabilità, nel rispetto delle indicazioni e delle misure del Governo di contrasto alla diffusione del virus che, all’interno di un rapporto di confronto e di collaborazione, la Conferenza episcopale italiana ha fatto proprie, rilanciandole”.

La Caritas Italiana prega per i deceduti ed esprime vicinanza “ai malati, ai loro famigliari, a quanti in Italia e nel mondo soffrono per questa epidemia di Coronavirus”.

Advertisement

La Caritas fa anche “appello alla solidarietà” e chiede di sostenere “le iniziative e gli interventi mirati delle Diocesi e delle Caritas locali in favore di sempre più persone in difficoltà e in condizioni sempre più precarie”.

Tra queste, si legge ancora, “gli anziani spesso soli con le loro paure, le famiglie che si devono far carico dei figli che non possono frequentare le scuole, i lavoratori lasciati a casa con preoccupanti prospettive per il futuro, le realtà del non profit che si occupano dei più poveri e degli esclusi, senza dimenticare gli imprenditori, i commercianti, le innumerevole aziende in sofferenza, ecc.”

La Caritas sottolinea che serve un “sostegno integrale”, vale a dire “attento alle dimensioni psicologiche e a quelle spirituali”, e auspica che “con l’impegno e la testimonianza di tutti, all’interno delle comunità parrocchiali e diocesane, si riesca vivere una reale attenzione a chi è nel bisogno per essere semi e linfa di una carità evangelica che sa offrire stimoli preziosi e avviare percorsi di incontro e di condivisione, anche nel contesto attuale”.