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Coronavirus, gli italiani all'estero e la pastorale delle Missioni Cattoliche

Le Missioni Cattoliche Italiane operano in accordo con le autorità locali e seguendo le indicazioni della CEI

La sede di Berna della Missione cattolica italiana |  | disappuntidigiovannilongu.blogspot.com La sede di Berna della Missione cattolica italiana | | disappuntidigiovannilongu.blogspot.com

In questi giorni e in queste ore il Ministero degli Esteri Italiano è impegnato  per dare supporto agli italiani  che in queste ore si trovano all’estero per vari motivi e che non riescono a rientrare.

Sono al lavoro, attraverso l’Unità di Crisi della Farnesina, le Ambasciate e i Consolati italiani nel mondo. Si lavora per individuare, in costante raccordo con le Autorità dei Paesi esteri, mezzi e itinerari per il rimpatrio di tutti coloro che vogliono tornare. Tutta la rete diplomatico-consolare è al lavoro senza sosta per diffondere informazioni utili ai connazionali e agevolarne il ritorno, spiega il Ministero degli Esteri italiano.

Ma all’estero vivono stabilmente oltre cinque milioni di persone con passaporto italiano e che in queste ore e giorni sono molto preoccupati per quello che sta succedendo in Italia e anche nei paesi dove sono residenti a causa dell’epidemia in corso. Molti i Paesi dove in queste ore stanno vivendo le stesse preoccupazioni e limitazioni dovute al contagio di Covid19.

Le Chiesa locali, che stanno vivendo questa attraversata del deserto, hanno emanato diverse disposizioni a secondo dei Paesi seguendo anche le normative  dei Governi. E anche le Missioni Cattoliche Italiane, che seguono pastoralmente gli italiani residenti all’estero hanno cercato di trovare tutte le occasioni per non lasciare soli i fedeli.

In Francia -  come informa migrantesonline.it, promosso dalla Fondazione Migrantes - il coordinatore nazionale don Ferruccio Sant, oltre ad internet ha sentito personalmente i missionari e ascoltare da loro le difficoltà che stanno vivendo. “Siamo nel deserto. Con la crisi del coronavirus, siamo condotti, nostro malgrado, in una forma inaspettata di deserto, e stiamo vivendo un’insolita Quaresima”, scrive il missionario di Anncy, don Pasquale Avena che segue la comunità attraverso i nuovi media. “In questa situazione di epidemia, nella quale ci troviamo a vivere più o meno isolati siamo invitati a riscoprire e approfondire il valore della comunione che unisce tutti i membri della Chiesa”, scrive il responsabile della Mci di Parigi, padre Padre Barly.

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Il Covid19 ha insegnato come la tecnologia e la creatività possono aiutare. Don Luigi Usubelli, responsabile della comunità italiana di Barcellona, invia via whatsApp commenti al Vangelo e  messaggi rassicuranti ai bambini e ragazzi delle catechesi. Le catechiste si fanno promotori di video leggendo brevi brani della Bibbia che lanciano attraverso i nuovi media. Tra le inizoiative anche quella di un concorso di disegno.

A Bucarest la Messa prefestiva in lingua italiana celebrata nella cappella del Centro Don Orione di Voluntari (Città della periferia di Bucarest) è stata per ora sospesa, così anche il catechismo e gli altri incontri. “Per il momento stiamo incoraggiando la partecipazione alla Messa domenicale tramite i canali televisivi italiani”, dice il responsabile della Chiesa italiana di Bucarest, p. Valeriano Giacomelli: “per trasmettere via etere la Messa in italiano stiamo pensando alla costituzione di una radio web e ad usufruire della possibilità di trasmettere via cavo ed etere la Messa tramite la rete Telestar 1. Riguardo al catechismo noi di Bucarest ci siamo organizzati usando Skype, cosi facciamo per il corso in preparazione al matrimonio. Tra le iniziative anche l’invio settimanale del giornale della Mci di Romania “Adeste”.

“Come preti affrontiamo questa emergenza utilizzando i moderni, e ormai normali e molto diffusi, mezzi di comunicazione”, aggiunge il missionario don Gianfranco Falgari, che opera in Belgio: “sabato e domenica celebro le messa in diretta Facebook a porte chiuse ai soliti orari che la comunità di Zutendaal conosce. In settimana al mattino alle nove. Durante la giornata inviamo messaggi di sostegno tramite telefono o i social media. Certo la fantasia e la creatività hanno il primo posto. Domenica celebreremo messa alle 11 via Facebook e via Radio Internazionale a Genk”.

In Gran Bretagna c’è molta preoccupazione e la Missione Cattolica Italiana si è attivata per creare informazione, traducebdo i documenti e le disposizioni emesse dal governo inglese. Una task force dei volontari è pronta ad intervenire per venire incontro alle necessità delle persone più deboli, dice don Antonio Serra.

Questo tempo sta incidendo profondamente non solo nella vita quotidiana, sia in Italia che nei paesi dove gli italiani hanno scelto di vivere per motivi di lavoro a altro ma anche, come stiamo vedendo, nella loro vita ecclesiale…e non solo.

 

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