Vi scrivo per "riflettere con voi sul tempo che abbiamo vissuto. Tutto è stato così imprevisto e improvviso! Come sapete, anch’io sono stato malato e in ospedale: una ferita che mi ha permesso di sentire profonda comunione con chi è stato toccato a vari livelli dalla pandemia del coronavirus". Così il Cardinale Angelo De Donatis, Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma, in una lettera indirizzata alla comunità diocesana.

"Sentiamo tutti il bisogno di fermarci, in questo momento buio, e accendere la luce della Parola di Dio - spiega il porporato - per riflettere e comprendere. Come il Papa ci ha detto nella Veglia, ci troviamo anche noi chiusi, sbarrati in casa, come gli apostoli: siamo la Chiesa nel Cenacolo del Sabato Santo. Siamo la Chiesa che, sbigottita di fronte al dolore della morte improvvisa di tante persone, si è blindata in casa, spinta anche dalla paura di incontrare gli altri. La pandemia detta tempi lunghi al ritorno alla normalità della vita sociale e la crisi economica già sta facendo sentire i suoi effetti devastanti".

"Abbiamo vissuto radicalmente - aggiunge il Vicario di Roma - il Mistero Pasquale. Lo abbiamo toccato con mano. Siamo stati messi con forza davanti alla realtà della morte, molto concretamente alla possibilità della mia morte e di quella delle persone che amo. E ancora adesso siamo di fronte al pericolo che a morire sia un’intera realtà sociale ed economica, almeno nelle forme con cui l’abbiamo vissuta finora. Ci troviamo ad avere vissuto, tutti insieme e contemporaneamente, un’esperienza che ci mette in grado di renderci conto della scommessa che la fede è, della novità entrata nel mondo con Gesù: passare dalla morte alla vita. Stiamo vivendo in un prolungato stato di attesa che succeda qualcosa di liberatorio; di qualcuno che ci annunci che possiamo uscire a tornare a vivere senza preoccuparci di non morire. Questo è esattamente il senso del termine Vangelo. Questo è il compito che ci eravamo dati come diocesi: annunciare il Vangelo dentro alla vita concreta della nostra gente".

Di fronte a questa situazione, a livello di operatività diocesana, il Cardinale De Donatis sprona tutti "non aspettare da inerti: continuiamo la missione di evangelizzare e servire i nostri fratelli, di comunicare loro la speranza del Vangelo, a partire da una crescita interiore, nostra, che vada di pari passo, che ci riguarda e che non possiamo trascurare".