Nella Messa al Divino Amore, che il Cardinale de Donatis celebrerà ogni sera fino alla fine dell’emergenza, ricorda che Gesù ha detto che “dove due o tre sono uniti nel mio nome, io sarò con loro”, e chiede di accogliere l’invito di Gesù “facendo delle nostre case chiese domestiche”.
Il Cardinale sottolinea di voler confidare nel Signore, di sentire l’amore di Dio in questo momento di prova, e poi commenta la parabola di Lazzaro e del ricco epulone, che è il Vangelo del giorno.
“Gesù – spiega il Cardinale - ci invita a non vivere come il ricco, interessato solo a se stesso… ‘ma io cosa c’entro? Cosa posso fare?’ Questa è la reazione davanti al povero che grida aiuto”.
Continua il vicario del Papa: “Lazzaro è chiunque si sente solo, senza amicizia, senza consolazione, senza amore, e pure in questo momento in cui tutti stiamo sperimentando la fragilità e la debolezza della natura, forse capiamo un po’ di più cosa significa essere Lazzaro, tendere la mano e chiedere aiuto”.
Il cardinale de Donatis sottolinea che “in questi giorni stiamo riscoprendo la solidarietà”, che questo è “un tempo in cui possiamo capire che se ci chiudiamo nell’egoismo, perdiamo la vita eterna”, perché “il peccato del ricco è non aver dato”; non sta negli eccessi, sta nel fatto che “non un gesto, non una briciola, non una parola al mendicante lasciato solo con i cani. Il suo peccato è l’indifferenza assoluta, come se Lazzaro non esistesse”.
Il cardinale si dice grato, come tutti, ai medici che stanno curando i malati, e ricorda che “oggi i poveri sono ancora più poveri, se manca la presenza dei volontari essi saranno ancora più soli. Questo è il momento per smuovere ancora più il cuore, ora è il tempo più favorevole per fare del bene, ora è il tempo anche se non possiamo toccarci di tendere una mano, valorizzare una parola, il sorriso. Lazzaro ha bisogno del pane materiale e delle briciole della carità donata. Dio conta tutte le briciole e tutte le parole donate a Lazzaro”.
Il Cardinale affida a Dio i malati, “ricordandoci che l’indifferenza distanzia, mentre l’amore unisce e già oggi ci fa sperimentare il paradiso. Nessuno ha il diritto di non fare nulla e ridurre a nulla l’uomo.”
La preghiera è di “cogliere l’opportunità di questo periodo desiderando l’unico contagio buono che è quello dell’amore, a riconoscere che tu abiti nel povero e nelle sue piaghe, che tu abiti nelle piaghe di tutti e che da queste piaghe potremo raggiungere la luce attraverso il sentiero della misericordia”.
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