La vita dell’uomo ha un valore grandissimo agli occhi di Dio. Se, in alcune circostanze, qualcosa attenta alla salute e alla vita stessa di molti uomini, e forse anche la nostra, non dobbiamo sentirci soli di fronte a questo nemico. Siamo tutti chiamati ad affrontare questa emergenza sanitaria internazionale con serietà, serenità e coraggio, rendendoci disponibili anche ad alcuni sacrifici nel nostro stile quotidiano di vita per il bene comune: il bene nostro e quello di tutti. Ognuno è chiamato a fare la propria parte, ma non è solo: abbiamo la protezione di Dio, che veglia su ciascuno di noi con l’amore di Padre, e uomini e donne che condividono con noi il cammino della vita e la solidarietà nel tempo presente e che verrà”. Così un messaggio del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita rivolto ai laici e alle famiglie.

“Anche la Chiesa - si legge nel testo - vuole essere accanto a ciascun ammalato di Covid-19, alla sua famiglia e ai suoi amici, al personale sanitario e di pubblica assistenza che si prende cura della sua persona, e agli studiosi che cercano un rimedio per questa patologia. Come Dicastero preposto dal Santo Padre alla cura pastorale dei laici, della famiglia e della vita, desideriamo manifestare – in questo momento di difficoltà – a quanti sono stati colpiti dalla Covid-19 o si sentono minacciati da questa infezione virale  la nostra vicinanza, il nostro affetto e la nostra preghiera per loro. Ai laici che svolgono la professione di medici, infermieri, soccorritori e ricercatori scientifici, impegnati nell’alleviare le sofferenze e l’ansia provocate dall’incombere di questo contagio e nello scoprire forme efficaci di trattamento di questa malattia, diciamo grazie per la generosità della loro dedizione e li incoraggiamo a spendere per questa buona causa le energie migliori e i talenti intellettuali che Dio ha loro dato”.

“In queste circostanze difficili - prosegue il messaggio - la comunione d’amore tra i coniugi e con i loro genitori e figli è una risorsa preziosissima per l’intera società e per ciascuna persona a rischio di sperimentare la solitudine. La solitudine è male della persona che, nel caso del pericolo di contrarre una malattia, si aggiunge al male fisico provocato dalla patologia”.

“In queste circostanze la famiglia - conclude il Dicastero - può farsi risorsa, forza trainante e diffusiva del senso di responsabilità di ciascuno, di solidarietà, di fortezza e prudenza, di condivisione e aiuto reciproco nella difficoltà”.