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Coronavirus, l'opera dell' UNITALSI che non si ferma e offre nuovi servizi

A colloquio con il presidente nazionale Antonio Diella

Antonio Diella, presidente nazionale Unitalsi  |  | FB Unitalsi Antonio Diella, presidente nazionale Unitalsi | | FB Unitalsi

Tra i diversi problemi da affrontare in tempo di quarantena in primo piano ci sono i malati cronici e i disabili. Di tanti di loro e delle loro famiglie si occupa l’ UNITALSI, l’ Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali, nata a Roma nel 1903 per opera di Giovanni Battista Tomassi, figlio dell’amministratore dei Principi Barberini.

Tomassi, affetto da una grave forma di artrite deformante irreversibile, decise di recarsi a Lourdes in pellegrinaggio con l’idea di ricevere una miracolosa guarigione o in caso negativo porre fine alla sua sofferenza.

Giunto nella cittadina francese sotto i Pirenei, però, il miracolo non fu fisico, ma della mente. Tomassi, infatti, abbondonò il suo proposito e colpito dalla presenza dei volontari e dal loro amorevole servizio di ritorno a Roma diede vita all’Unitalsi. L’ UNITALSI oltre ad organizzare i pellegrinaggi ai maggiori santuari nazionali e internazionali e in Terra Santa, offre servizi gratuiti per i cittadini romani nel settore della disabilità, del sociale e dell’accoglienza alle famiglie che hanno figli in ospedale.

Sulla situazione attuale abbiamo parlato con Antonio Diella presidente nazionale dlel'UNITALSI

L’ Unitalsi è stata in qualche modo la prima a dare l’allarme rimandando già fine febbraio tutti i pellegrinaggi a data da destinarsi e comunque verso fine maggio.

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Oggi come è la previsione ?

E’ vero, abbiamo deciso il rinvio dei pellegrinaggi sin dalle prime avvisaglie della diffusione del coronavirus in Italia una decisione che qualcuno ha criticato ma che si è rivelata assolutamente corretta e prudente. 

Noi realizziamo da tantissimi  anni pellegrinaggi dove sono sempre presenti ammalati, persone con varie sofferenze, anziani, giovani e abbiamo sentito la responsabilità di tutelare le persone che presentavano delle fragilità.

Ma  abbiamo rinviato i pellegrinaggi, non li abbiamo annullati !  li abbiamo riprogrammati a partire da luglio, perché il desiderio di tantissimi è quello, appena sarà possibile in piena sicurezza, di tornare nei santuari che sentiamo ormai come casa, a cominciare da Lourdes e da Loreto, e se sarà necessario sposteremo le partenze anche ad un mese successivo: ma partiremo in pellegrinaggio, scegliendo Paesi e santuari  che ci facciano vivere questa magnifica esperienza di fede e di servizio senza alcuna preoccupazione.

E ci stiamo preparando a questo nuovo inizio !


I malati dei Treni Bianchi sono soggetti ad alto rischio, che tipo di attività svolgono i volontari oggi ?

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L’Unitalsi non si è mai fermata ! Le nostre sottosezioni hanno realizzato numerosissime e diversificate attività di sostegno soprattutto in favore degli ammalati e dei sofferenti: partecipazione alle attività coordinate dalle amministrazioni locali, consegna della spesa a domicilio, mense per chi è in difficoltà, sostegno telefonico o in videochiamata alle persone più sole e più impaurite, raccolta di offerte e di beni di prima necessità per  i nuclei familiari e gli anziani e ammalati più in difficoltà, consegna di materiale sanitario, distribuzione mascherine ai clochard. E tanti momenti forti e straordinari di preghiera condivisa !

Insomma, ciò che la fantasia di amore  ci ha suggerito nelle diverse situazioni, anche le più difficili !


Tutti i santuario sono chiusi, ma come si può fare un “pellegrinaggio a casa”? I vostri  assistenti spirituali come lavorano ?

Certi i santuari sono chiusi e materialmente irraggiungibili ! Ma  il “pellegrinaggio di desiderio” non si è mai fermato ! Immagini dei santuari e dei nostri pellegrinaggi, approfondimenti della storia delle apparizioni mariane e dei temi pastorali 2020 dei santuari, partecipazione in video alle celebrazioni trasmesse dai santuari a noi più cari, attualizzazione” nella nostra situazione della vita  e del racconto dei testimoni delle apparizioni, “pellegrinaggi virtuali” condivisi sulla rete social…insomma, è come se stessimo con la valigia già preparata per partire o alla porta dei santuari aspettando che si riaprano, già immaginando cosa ci aspetta dall’altra parte !


Passiamo alle altre attività. In questi giorni avete un pò’ riconvertito la attività, come? Quali sono invece i servizi che rimangono sempre uguali?

Non abbiamo riconvertito la nostra vita unitalsiana, abbiamo proseguito con modalità nuove quella vicinanza alle persone più fragili  che abbiamo sempre vissuto nei territori.

Una delle nostre “modalità classiche” di vicinanza era appunto “lo stare insieme” ai nostri amici in difficoltà e con diabilità  nelle nostre sedi, nei pellegrinaggi, in giro per città e paesi, in chiesa, al mare e in montagna… 

Per ora –e dico solo per ora, nel rispetto delle indicazioni del Governo- non possiamo sperimentare questo tipo di vicinanza e perciò  siamo ancora più solleciti nella comunicazione personale e di gruppo utilizzando le tecnologie disponibili, dalle più semplici alle più complesse:   è una testimonianza concreta di una vicinanza che non è mai venuta meno;

perché ciò che conta è che chi soffre, chi è ammalato e solo, senta di essere importante per qualcuno, si senta “cercato” e amato, senta di non essere “sparito” dall’orizzonte del mondo in questo difficile momento ! E’ una vicinanza che da speranza ! e questa vicinanza, quando si fa anche preghiera condivisa, come avviene quotidianamente, è davvero sorgente di forza e di comunione inesauribile !

Come possono le famiglie che hanno dei malati cronici e dei disabili a casa ad essere aiutati?

Per i malati cronici o con disabilità grave, dove la presenza dei volontari unitalsiani era di concreto sostegno soprattutto per i nuclei familiari più deboli o più anziani, il problema si è davvero ingigantito, a causa delle restrizioni nei movimenti e nella vicinanza fisica tra le persone. La impossibilità, in molti casi, di essere a casa di queste persone dovrebbe essere almeno in parte sostituita in questo momento dall’intervento pubblico, cosa che è però estremamente complicata, viste le necessità del momento presente. Si è allora rafforzato il sostegno psicologico, con ripetute chiamate telefoniche, consegna di farmaci e alimentari, sollecitazione all’interno sanitario nei casi di maggior bisogno.

Insomma, l’Unitalsi non si è fermata e non si ferma !

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