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Coronavirus, Papa Francesco sposta la raccolta dell’Obolo di San Pietro al 4 ottobre

La tradizionale raccolta dell’Obolo di San Pietro spostata dal 29 giugno al 4 ottobre, giorno di San Francesco di Assisi

Obolo di San Pietro | La copertina del sito dell'Obolo di San Pietro | www.obolodisanpietro.va Obolo di San Pietro | La copertina del sito dell'Obolo di San Pietro | www.obolodisanpietro.va

Quest’anno, la raccolta dell’Obolo di San Pietro non si terrà il 29 giugno, giorno dei Santi Pietro e Paolo, ma il 4 ottobre., giorno di San Francesco. Lo comunica la Sala Stampa della Santa Sede.

Si legge in un comunicato della Sala Stampa, “in considerazione dell’attuale situazione di emergenza sanitaria, il Santo Padre ha stabilito che, per quest’anno 2020, la colletta per l’Obolo di San Pietro, che tradizionalmente si svolge

intorno alla solennità dei Santi Pietro e Paolo, il 29 giugno, sia trasferita in tutto il mondo alla domenica XXVII del tempo ordinario, 4 ottobre, giorno dedicato a San Francesco d’Assisi”.

L’Obolo è l’aiuto economico che i fedeli offrono al Santo Padre, come segno di adesione alla sollecitudine del Successore di Pietro per le molteplici necessità della Chiesa universale e per le opere di carità in favore dei più bisognosi.

Si tratta, dunque, di una offerta in denaro, raccolta durante le questue e poi inviata al Papa, che la destina alla missione della Chiesa e alle opere di carità.

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Il sito sull’Obolo segnala in una sezione apposita alcune iniziative realizzate attraverso le donazioni: un contributo di 100mila euro alle diocesi delle persone colpite dal terremoto in Albania; 100mila euro per assistere i migranti dei campi profughi di Moria e Kara Tepe, in Grecia; 50mila dollari (45mila euro) per aiutare le popolazioni in Nepal che ancora soffrono per le conseguenze dei terremoti del 2015, che causarono 9.000 morti e 600mila sfollati.

Il sostegno alla missione della Chiesa include anche il sostegno alle attività della Santa Sede: i dicasteri della Curia, con le loro attività, rappresentano il braccio attraverso il quale il Papa opera nel mondo.

Dal 2013, non ci sono dati ufficiali sull’ammontare della raccolta. Indiscrezioni recenti hanno parlato di una raccolta di 50 milioni di euro per il 2018. Fino al 2013, il bilancio dell’Obolo veniva pubblicato annualmente tramite un comunicato del Consiglio di Cardinali per lo studio pei problemi economici e organizzativi della Santa Sede, ora sostituito dal Consiglio per l’Economia. Gli ultimi dati ufficiali disponibili si riferiscono al 2012 e indicano una raccolta di 78 milioni di dollari, per il 28 per cento donati dagli Stati Uniti.

La pratica dell’Obolo ha origini antiche, perché sin dall’inizio i cristiani hanno sostenuto le opere degli Apostoli.

Alla fine del secolo VIII, gli anglosassoni, dopo la loro conversione, si sentirono tanto legati al Vescovo di Roma, al punto decisero di inviare in maniera stabile un contributo annuale al Santo Padre. L’iniziativa prese il nome di “Denarius Sancti Petri” (Elemosina a San Pietro), e ben presto si diffuse nei Paesi europei. Papa Pio IX, con l’Enciclica Saepe venerabilis del 5 agosto 1871, istituzionalizzò la pratica.