Ultime Notizie: finanze vaticane

APSA / Vatican Media

Finanze vaticane, Papa Francesco sceglie una suora come sottosegretario dell'APSA

Suor Silvana Piro è il nuovo sottosegretario dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica. Prende il posto di don Giordano Piccinotti, che Papa Francesco ha nominato lo scorso 2 ottobre presidente del’APSA.  

L'ingresso dell'APSA / AG / ACI Group

Finanze vaticane, Papa Francesco nomina un salesiano nuovo presidente dell’APSA

È il salesiano don Giordano Piccinotti il nuovo presidente dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, la “banca centrale” vaticana. Succede al vescovo Nunzio Galantino, che ha terminato lo scorso agosto il quinquennio come presidente e che era stato da Papa Francesco in udienza la scorsa settimana. Piccinotti era numero 3 del dicastero dal gennaio 2012. È il primo presidente APSA non vescovo o cardinale.  

La targa dell'APSA all'ingresso della sede dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica / Vatican News

Finanze vaticane, bilancio APSA 2022: tra la crisi europea e la ripresa post Covid

Era nata come “La Speciale”, e serviva a gestire il patrimonio che si era creato con le compensazioni che la Santa Sede aveva avuto con la Conciliazione. Nel 1967, Paolo VI la aveva riorganizzata, dandole il nome di Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, APSA. Oggi, con le riforme economiche vaticane, ha assunto un po’ il ruolo della “banca centrale”, un po’ quello del fondo sovrano di investimenti, dove sono confluiti anche tutti i contributi di amministrazione della Segreteria di Stato. È l’evoluzione dell’APSA, che lo scorso 10 agosto ha presentato per il terzo anno consecutivo il suo bilancio, mettendo a nudo costi di gestione (aumentati di 3 milioni), utili (diminuiti), numero di immobili e una serie di dati e programmi per i prossimi tre anni.  

Una udienza del processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato / Vatican Media

Processo Palazzo di Londra, chiesti 7 anni e 3 mesi per il Cardinale Becciu

Ora spetterà al presidente del Tribunale Giuseppe Pignatone tirare fuori il bandolo della matassa del processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato. Dopo cinque giorni di requisitoria dai toni durissimi, che a volte hanno persino rasentato l’offesa personale nei confronti personali, con giudizi taglienti e netti, il promotore di Giustizia Alessandro Diddi ha fatto le sue richieste di condanna. Ha detto che si è tenuto sempre nel limite più basso di quello consentito dalla legge, tranne che in un caso: quello che riguarda il Cardinale Angelo Becciu. Perché Becciu, alla fine – è il ragionamento di Diddi – non ha mai mostrato segni di rincrescimento, anzi è voluto andare persino allo scontro frontale con la magistratura, negando ogni accusa, e “legandosi il cappio al collo da solo”. E così, per il Cardinale Becciu vengono chiesti 7 anni e 3 mesi di reclusione, l’interdizione dei pubblici uffici, e gli viene anche comminata una multa di 10329 euro, mentre il presunto procurato danno alla Segreteria di Stato gli porta una richiesta di confisca di 14 milioni.  

Obolo di San Pietro / www.vatican.va

Obolo di San Pietro, le vendite immobiliari raddoppiano i fondi

Ci sono due riflessioni che nascono dalla annual disclosure, ovvero il bilancio annuale dell’Obolo di San Pietro presentato il 30 giugno scorso. La prima: dopo che il bilancio dello IOR ha mostrato un dimezzamento dei fondi liquidi a disposizione, ci si trova di fronte all’organismo della carità del Papa che raddoppia gli introiti, ma vendendo parte delle proprietà immobiliari, e dunque diminuendo anche il patrimonio immobile. La seconda: lo scorso anno, si leggeva che l’Obolo aveva contribuito per 55 milioni ai 237,7 milioni di spese dei dicasteri vaticani del 2021, quelli che rientravano nel cosiddetto “bilancio di missione”; nel 2022, l’Obolo ha contribuito al 20 per cento delle spese dei dicasteri, inviando 77,6 milioni di euro. Questo significa che le spese dei dicasteri sono di 383,9 milioni, quasi 150 milioni in più dello scorso anno.  

La sede dello IOR in Vaticano / AG / ACI Group

Finanze vaticane, le luci e ombre del bilancio IOR 2022

C’è un dato, tecnico, che può essere interessante per leggere il bilancio dell’Istituto per le Opere di Religione 2022, pubblicato oggi. Si chiama TIER 1, cioè la componente primaria del capitale di una banca. Guardando il rapporto IOR del 2019, ai tempi in cui la Segreteria di Stato chiese e si vide rifiutato una anticipazione per l’acquisto del famoso palazzo di Londra, il TIER 1 era dell’82,40 per cento. Nel rapporto 2022, invece, il TIER è del 46,14 per cento, sicuramente in aumento rispetto al 38 per cento del 2021, ma indicativo comunque di un dimezzamento del capitale.  

Una veduta della sede dell'Istituto delle Opere di Religione in Vaticano / AG / ACI Group

Finanze Vaticane, nessuna sostanziale novità nel rapporto ASIF 2022

Non ci sono sostanziali novità, nel rapporto annuale dell’Autorità di Sorveglianza e di Informazione Finanziaria pubblicato oggi. Nel rapporto viene delineato un sensibile aumento delle segnalazioni di transazioni sospette, vengono raccontate le attività di formazione, e viene data una certa enfasi al lavoro nelle organizzazioni internazionali, e cioè in MONEYVAL e in Egmont, che in realtà sembra tradire la necessità di mostrare che i rapporti ci sono e buoni.  

Un momento del processo / Vatican Media

Processo Palazzo di Londra, c’è falsa testimonianza?

Monsignor Alberto Perlasca, per 12 anni capo dell’amministrazione della Segreteria di Stato, ha rigettato la definizione di super-testimone, sebbene sulle sue dichiarazioni si fossero basate molte delle ricostruzioni o delle teorie dei magistrati vaticani. Ma, dopo queste ultime udienze, la sua credibilità come testimone viene messa a dura prova. Così come restano dubbi su Gianfranco Mammì, direttore generale dell’Istituto delle Opere di Religione, che fu colui che diede il via alla procedura che ha portato al processo con una denuncia.  

Il Torrione Niccolo V, sede dello IOR / AG / ACI Group

Finanze vaticane, le attività finanziarie della Santa Sede competenza esclusiva dello IOR

Entro trenta giorni dall’1 settembre 2022, tutte le risorse finanziarie della Santa Sede e di istituzioni collegate con la Santa Sede devono essere trasferite all’Istituto delle Opere di Religione, che è da considerarsi l’unico ed esclusivo ente intitolato ad attività di gestione patrimoniale e depositario de patrimonio mobiliare della Santa Sede e delle istituzioni collegate con la Santa Sede.  

Una veduta dello Stato di Città del Vaticano  / Wikimedia Commons

APSA e Santa Sede, cosa dicono i due bilanci pubblicati a inizio mese

La prima necessità è quella di sostenere la Curia romana, quello che viene definito da padre Antonio Guerrero Alves, prefetto della Segreteria per l’Economia, un bilancio di missione. E così, tutti, in qualche modo, contribuiscono alle spese della Curia, Anche l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, la “banca centrale” della Santa Sede che, dal 2011, ha l’obbligo di inviare almeno 20 milioni l’anno alla Curia, più un tot da calcolare sui profitti ulteriori, che vanno per il 30 per cento alla Curia e per il 70 per cento alla stessa APSA.  

Una immagine del Tribunale vaticano / Vatican News

Tribunale Vaticano, condanna irrevocabile per l’ex direttore IOR Caloia e Liuzzo

Nessuna possibilità di appello per l’ex presidente dello IOR Angelo Caloia e per l’avvocato Gabriele Liuzzo, procuratore generale dello stesso istituto. La Corte di Appello dello Stato di Città del Vaticano ha infatti confermato la sentenza di colpevolezza per i reati di riciclaggio e appropriazione indebita aggravata che era giunta in primo grado il 21 gennaio 2021, dopo 23 udienze. La sentenza è stata comunque riformata, perché alcune ipotesi di appropriazione indebita si sono estinte per prescrizione.  

Il palazzo di Sloane Avenue a Londra / Vatican News

Palazzo di Londra, la Santa Sede finalizza la vendita. E ora?

Il Palazzo di Sloane Avenue a Londra, il cui acquisto è al centro dell’ultimo processo vaticano, è stato venduto. L’annuncio è arrivato l’1 luglio, con uno scarno comunicato dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, cui nel frattempo è stata trasferita l’amministrazione della Segreteria di Stato. Il prezzo di vendita è stato di 186 milioni, e, a fronte dell’investimento iniziale di 200 milioni e la svalutazione dovuta anche alla Brexit, è una cifra che rappresenta un guadagno, più che una perdita. Insomma, non un cattivo investimento, ma piuttosto un investimento gestito male.  

La sede dell'Istituto delle Opere di Religione in Vaticano / Archivio CNA

Finanze Vaticane, il rapporto ASIF 2021: cosa è cambiato?

Fino al 2019, il rapporto dell’Autorità di Informazione Finanziaria veniva presentato ina una conferenza stampa. Ma non è più così, già dal rapporto 2019 presentato nel 2020. Nel rapporto 2019, c’erano ancora i box esemplificativi, che – senza fare nomi – davano esempi di segnalazioni di transazioni sospette curati dall’autorità, spiegando in che modo venivano portate avanti le indagini. Ma già dal rapporto del 2020, pubblicato nel 2021, questi box non ci sono più, segno che non ci sono stati sviluppi nei casi, e che l’attività, in fondo, sia rimasta ferma a quella del 2019.  

Una veduta dell'Istituto delle Opere di Religione in Vaticano / AG / ACI Group

Il rapporto IOR e il bilancio degli investimenti: cosa cambia e cosa no

Si attendevano nomine in Curia, ma il primo risultato concreto della riforma voluta da Papa Francesco è lo stabilimento di un comitato di investimenti, presieduto dal Cardinale Kevin J. Farrell, prefetto del Dicastero Laici, Famiglia e Vita. E la notizia, arrivata con una informazione scarna nel bollettino, arriva nello stesso giorno in cui si pubblica il rapporto 2021 dell’Istituto delle Opere di Religione, come ormai di consueto senza una conferenza stampa e senza alcuna presentazione. Ironico, se si pensa che lo IOR aveva un comitato investimenti, all’interno del fondo Ad Maiora, un fondo di fondi finito poi inaspettatamente sotto la lente di ingrandimento dei giudici vaticani, e che pure aveva garantito l’ultimo utile dello IOR degno di nota: gli 86,6 milioni dell’anno 2012.  

La sede dell'Istituto delle Opere di Religione / AG / ACI Group

Finanze Vaticane, la Santa Sede verso “regolari follow up”. Che significa?

Dopo circa dieci anni a cinque rapporti sui progressi, MONEYVAL, il comitato del Consiglio d’Europa che valuta come i Paesi aderenti rispondano agli standard internazionali antiriciclaggio, ha stabilito che il sistema della Santa Sede verrà da ora in poi sottoposto a controllo regolare. Lo si legge nel rapporto annuale del Comitato, che include valutazioni su tutte le ispezioni di MONEYVAL, e la notizia è stata accolta con un certo trionfalismo.  

Una veduta dello Stato di Città del Vaticano / Wikimedia Commons

Finanze vaticane, nel bilancio di missione 2022 anche l’affare del palazzo di Londra

Il bilancio 2022 della Santa Sede è un bilancio che viene chiamato di “missione”, che deve essere considerato più un budget o un bilancio preventivo, e che viene presentato come un ulteriore passo dell’impegno della Santa Sede, e del lavoro della Segreteria per l’Economia, verso la piena trasparenza finanziaria. Ma quello della Santa Sede è anche un bilancio che lascia delle questioni aperte, anche quando vuole dare risposte. E una delle questioni aperte riguarda la gestione dell’investimento della Segreteria di Stato in un palazzo di lusso a Londra, un affare che è finito sotto le lenti di un procedimento giudiziario vaticano ancora in corso, e che però è stato portato a termine in maniera fruttuosa.  

Charlotte Kreuter-Kirchhof, nuovo vicecoordinatore del Consiglio per l'Economia / Arcivescovado di Padenborn

Papa Francesco, una donna vice coordinatore del Consiglio per l’Economia

Una donna vice-ministro delle Finanze vaticano. Charlote Krueter-Kirchhof, membro del Consiglio per l’Economia, è stata nominata oggi da Papa Francesco come vicecoordinatore del Consiglio. Il Consiglio consta di 15 membri, è cordinato dal Cardinale Reinhard Marx, e Kreuter Kirchhof era entrata nel Consiglio ad agosto 2020, quando la sua membership era stata rinnovata.  

La prima udienza del processo sul Palazzo di Londra in Vaticano, 27 luglio 2021  / Vatican News

Vaticano, processo sul Palazzo di Londra. Tutto quello che c’è in gioco

Dieci imputati, tra i quali un cardinale. Un investimento finanziario che è finito del turbine di indagini per presunti crimini di estorsione e peculato. Diversi ex funzionari della Santa Sede a processo. Un monsignore collaborazionista. Il processo che riprende in Vaticano il 5 ottobre ha tutti gli elementi di una storia investigativa da romanzo. Ma, al di là della narrativa e dell’indiscutibile interesse mediatico, il processo presenta anche una serie di temi che vanno molto al di là dei fatti contestati. E che potrebbero persino incidere sul futuro della Santa Sede.  

Veduta di piazza San Pietro dalla Basilica / Wikimedia Commons

Finanze vaticane, ecco il primo bilancio APSA. Pubblicato anche il bilancio della Curia

Per la prima volta, l’Amministrazione per il Patrimonio della Sede Apostolica pubblica il suo bilancio annuale, certificando cifre, investimenti, società partecipate e intenzioni di bilancio. Un passo verso la totale trasparenza finanziaria. Nello stesso giorno, viene reso noto anche il bilancio della Curia. Ma manca ancora il bilancio dello Stato di Città del Vaticano, che non viene comunicato ormai dal 2016.  

Uno scorcio dello Stato di Città del Vaticano / Wikimedia Commons

Finanze vaticane, l’autorità antiriciclaggio vuole marcare una discontinuità

È un rapporto che ci tiene a marcare una discontinuità con il passato, a partire dal nome dell’Autorità (prima si chiamava Autorità di Informazione Finanziaria, ora Autorità di Supervisione e Informazione Finanziaria) fino ad arrivare alla grafica. Ed è un rapporto che vuole sottolineare i risultati raggiunti dalla nuova direzione, a partire dal Rapporto Moneyval sui progressi, che viene definito in termini molto positivi nonostante la Santa Sede abbia ricevuto solo valutazioni intermedie, e sei su 11 di quelle valutazione pendevano piuttosto verso il lato dei giudizi negativi che da quelli positivi.