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Coronavirus,sta meglio il vescovo di Pinerolo, ma la lista dei sacerdoti morti si allunga

Tra i morti anche l' Abate di Casamari

Dom Eugenio Romagnuolo , Abate di Casamari  |  | pd Dom Eugenio Romagnuolo , Abate di Casamari | | pd

Avevano destato preoccupazioni le notizie che giungevano da Pinerolo circa la situazione del vescovo, Derio Olivero, ricoverato in rianimazione all’Ospedale Agnelli della città perché aveva contratto il virus Covid19.

La diocesi aveva pregato per lui. “Pregate per me”, aveva chiesto il vescovo, il 26 marzo scorso, in un messaggio al vicario generale don Gustavo Bertea: “mi intubano per almeno dieci giorni. Fai pregare per me”. Lo stesso vicario, ieri ha dato notizia di un altro messaggio del presule. Questa volta una bella notizia: “da un ora respiro da solo. Quasi. Magari ce la faccio. Il Signore e Maria hanno fatto il miracolo insieme ai medici ed infermieri”, ha scritto mons. Olivero. “Il Signore e la Madonna siano lodati – ha risposto il vicario -. Sempre in sintonia. Ti vogliamo bene tutti”. Ed ha invitato a proseguire “nelle preghiere e nella speranza per lui, tutti gli ammalati, medici e infermieri”.

Il vescovo era stato ricoverato il 19 marzo scorso per una febbre che non si abbassava. Il giorno dopo l'esito del tampone: positivo al Covid19. Il  26 marzo è stato intubato, mentre sabato scorso gli è stata fatta una tracheotomia per aiutarlo a respirare meglio.

Resta ricoverato in ospedale il vescovo di Caltagirone, Calogero Peri, che però non ha voluto far mancare un messaggio di Pasqua ai fedeli. E’ tornato invece a casa il cardinale Angelo De Donatis, Vicario del Papa per la diocesi di Roma dopo un ricovero al Policlinico “Agostino Gemelli” di Roma. A casa anche il vescovo di Cremona, il primo presule ricoverato. Mons. Antonio Napolioni venerdì scorso si è anche recato davanti all’ospedale dove è stato ricoverato per guidare uno  speciale momento di preghiera facendo giungere, dalla pista dell’elisoccorso del nosocomio cittadino, la propria voce amplificata alle stanze di degenza.

Intanto l’impegno dei sacerdoti, accanto quello dei sanitari per essere vicini a chi ha maggiori difficoltà in questo tempo. Oltre un centinaio sono stati i medici, infermieri morti ma anche il bilancio dei sacerdoti deceduti supera le cento vittime. Sono, infatti, 110, come racconta il quotidiano “Avvenire”. L’ultimo è in giovane sacerdote della diocesi di Tortona: don Enrico Bernuzzi di 46 anni, morto il giorno dopo la Pasqua. Si tratta del secondo prete più giovane, insieme a don Alessandro Brignone, della diocesi di Salerno-Campagna-Acerno,  morto il 19 marzo che aveva un anno in meno. Ma la lista è lunga.

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La diocesi che ha registrato più morti è quella di Bergamo con 25 sacerdoti deceduti seguita da Milano con 13 e Cremona con 9.

Molti anche i religiosi e religiose morte a causa di questo virus. Tra questi l’abate di Casamari, dom Eugenio Romagnuolo, 74 anni, morto il 4 aprile “dopo tre settimane di lotta contro il coronavirus”, come informa il sito dell'abbazia. Vittime anche tra i Sacramentini, i Passionisti, i Cappuccini, gli Orionini, i saveriani che hanno avuto oltre 15 religiosi morti. Tante anche  le religiose in vari conventi italiani.