"Papa Francesco ha ricordato che vaccinarsi, con vaccini autorizzati dalle autorità competenti, è un atto di amore. E contribuire a far sì che la maggior parte della gente si vaccini è un atto di amore. Amore per sé stessi, amore per familiari e amici, amore per tutti i popoli. Anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha sottolineato che il vaccino è lo strumento più efficace di cui disponiamo per difenderci e per tutelare i più deboli e i più esposti a gravi pericoli". Lo ricorda la presidenza della CEI nella lettera inviata tutti i Vescovi all’inizio del nuovo anno pastorale.

"Finora - ricorda la Cei - l’obbligo vaccinale riguarda solo alcune circoscritte categorie di lavoratori. Resta fondamentale mitigare i rischi di trasmissione del virus, che è ancora pericoloso, specialmente nelle sue varianti. Per questo è bene continuare a osservare le misure di protezione finalizzate alla riduzione del contagio, quali l’uso delle mascherine, il distanziamento fisico e l’igiene costante delle mani. La prevenzione di nuovi focolai passa, infatti, attraverso l’adozione di comportamenti responsabili e un’immunizzazione sempre più diffusa".

"Ci sono alcune attività pastorali che possono esporre a un particolare rischio di contagio o perché svolte in gruppo oppure per la loro stessa natura. La cura delle relazioni - sottolinea la Conferenza Episcopale Italiana - chiede d’incentivare il più possibile l’accesso alla vaccinazione dei ministri straordinari della Comunione Eucaristica; di quanti sono coinvolti in attività caritative; dei catechisti; degli educatori; dei volontari nelle attività ricreative; dei coristi e dei cantori. Le Conferenze Episcopali Regionali e ciascun Vescovo, sentiti i Consigli di partecipazione, possono formulare messaggi o esortazioni per invitare alla vaccinazione tutti i fedeli e, in particolar modo, gli operatori pastorali coinvolti nelle attività caratterizzate da un maggiore rischio di contagio, come quelle elencate".