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Cristiani e indù insieme: “Difendiamo i vulnerabili della società”

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“Il dovere morale di prendersi cura dei vulnerabili scaturisce dalla nostra credenza condivisa che siamo tutti creature di Dio e, di conseguenza, fratelli e sorelle, uguali per dignità, e reciprocamente responsabili, ma tale dovere nasce anche dall’esperienza della nostra stessa vulnerabilità, quando a volte cerchiamo qualcuno che ci aiuti”. E’ questo il cuore del messaggio del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso inviato agli Indù in occasione della festa di Deepavali 2018. Il Messaggio, a firma del Segretario Monsignor Miguel Ángel Ayuso Guixot, è stato inviato anche in lingua hindi.

Il Deepavali (conosciuto anche con la contrazione Divali o Diwali) è una celebrazione religiosa indù che si estende nel corso di tre giorni, normalmente tra ottobre e novembre, secondo il calendario vedico. La festività è riconosciuta in numerosi paesi con presenza indiana, oltre l’India: Sri Lanka, Myanmar, Nepal, Mauritius, Malesia, Singapore, ed altri. Per gli indù si tratta di una delle festività più imporanti, celebrata perlopiù in famiglia. In Malesia e Singapore è importante almeno quanto il forse meglio noto Thaipusam.

Al centro del messaggio ci sono gli indifesi, gli scartati e coloro che sono ignorati da una società “sempre più indifferente e perfino insensibile ai bisogni e alle sofferenze umane”. Per questo si auspica “induisti e cristiani insieme”, possano “impegnarsi per difendere, proteggere e assistere queste persone”.

“Una sana consapevolezza della nostra comune condizione umana e del nostro dovere morale verso gli altri ci spinge a perorare la loro causa facendo tutto il possibile per alleviare le loro sofferenze, difendere i loro diritti e ridare loro dignità”, cita il messaggio.

Conclude così il testo: “Come credenti radicati nelle nostre rispettive tradizioni spirituali, e come individui ai quali sta a cuore il benessere di tutti, possiamo unirci agli aderenti di altre tradizioni religiose e a tutte le persone di buona volontà, per compiere sforzi collettivi e organizzati per assicurare un presente gioioso e un futuro di speranza ai nostri fratelli e sorelle vulnerabili!”

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