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Custodia del Creato, da Assisi a Gubbio giornalisti sulle orme di Francesco

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Come essere giornalisti “di prossimità” in un tempo in cui la natura, fra siccità, terremoti, alluvioni sembra ribellarsi a scelte folli e irresponsabili compiute dall’uomo? Come essere cronisti “in pellegrinaggio” nel momento in cui le nuove trasformazioni economiche e tecnologiche in atto paiono mutare i reporter in “viandanti” scacciati dalle redazioni e messi ai margini?

Di questo e di altro ancora si è parlato dal 1° al 3 settembre nel corso del XII  Forum dell'Informazione per la Custodia del Creato, il tradizionale appuntamento della stampa cattolica, organizzato da Greenaccord Onlus e dalla Diocesi di Gubbio, la città che quest’anno ha rilanciato a tutto il Paese il messaggio per la tutela della natura al centro della 12ma Giornata nazionale voluta dalla Cei e ribadita due anni fa da Papa Francesco come stimolo per tutta la Chiesa universale.

Un raduno di riflessione e di scambio, ma anche un vero e proprio pellegrinaggio, che ha condotto i circa 80 giornalisti, espressione delle varie anime della stampa nazionale, a condividere parzialmente i loro passi con quelli dei 300 pellegrini, accolti dal vescovo di Assisi Domenico Sorrentino, in marcia per 50 km. dal Santuario della Spogliazione di Assisi passando per Valfabbrica e diretti a Gubbio per il “Sentiero di Francesco”, a ricordo del cammino che il Serafico compì fra le due città dopo aver abbandonato tutti i suoi averi,

“Abbiamo voluto iniziare il Forum con il ‘Sentiero’cammino per fare un’esperienza concreta” - ha sottolineato il Presidente di Greenaccord Alfonso Cauteruccio aprendo a Gubbio i lavori della assise. ”Il cammino ci rende vulnerabili, esposti alle intemperie, ci mette a nudo. E il cammino di Francesco ci fa sentire viaggiatori, non turisti diretti qua e là a seconda delle convenienze. Il viaggiatore cerca l’incontro con gli uomini e con il territorio e il nostro obiettivo è creare una generazione di viaggiatori, senza accumulo, ma con la voglia di rigenerarsi”. Stimolante provarci, allora, nelle terra di Francesco e di Ubaldo, il santo vescovo protettore di Gubbio, e credere nella forza dei luoghi, come ha ricordato Grazia Francescato, ambientalista e responsabile delle relazioni internazionali di Greenaccord, A cui la sua passata militanza politica consente di dire che la “Laudato Si” di Papa Francesco “non è un’enciclica ‘verde’, ma una visione del mondo, in un tempo in cui alla politica manca un progetto per la polis. Oggi il vero ecosistema a rischio è quello della mente e del cuore dell’uomo, secondo la lezione di Konrad Lorenz, e occorre andare alla ricerca dei ‘punti luce’ in grado di rischiarare questi tempi oscuri”.

E alla “spogliazione” di categorie desuete e alla ricerca di nuovi orizzonti di senso ha fatto riferimento nel suo intervento Giuseppina Paterniti, vicedirettore della Tgr Rai, una testata che con le sue redazioni locali è un vero sismografo per raccontare le realtà locali del Paese.

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“Occorre tornare a un giornalismo fatto con le scarpe. Dobbiamo portarci dietro una bisaccia con pochissime cose e lasciare dietro di noi gli schemi del ‘900. Capire dove va oggi l’informazione in un tempo dominato dai social media. Scavare andando oltre le comunicazioni ufficiali e assumendoci le nostre responsabilità. In altre parole, mettiamo insieme i fatti, non diamo pareri, ma ragioniamoci sopra facendo domande dirette, fornendo un’informazione ‘british’ ma anche coraggiosa”.

Del cammino come uscita verso il cambiamento ha parlato il vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino, Ambrogio Spreafico, nel suo applauditissimo intervento. Quasi una ‘lectio’ biblica, che partendo da un episodio poco letto del libro di Tobia e dal passo famoso dalla ‘Lettera a Diogneto” sui cristiani sulla terra, ha ripercorso il senso profondo del pellegrinaggio come metafora dell’esistere. Il pellegrino, secondo monsignor Spreafico, vive una dimensione che va oltre se stesso, sa staccarsi dal suo mondo, sa che tutto non è casuale, che non si può vivere egocentricamente senza una visione o un futuro. In un tempo dominato dalla ‘solitudine dell’io’, occorre recuperare il cammino come incontro e riconoscimento. “Gesù è il modello del camminatore, cammina in mezzo alla natura e fra gli uomini, vive tra la gente in mezzo al creato”. E quando la natura sembra ribellarsi, come nel diluvio, essa reagisce alla violenza degli uomini, opponendosi simbolicamente all’armonia divina descritta con la creazione. Occorre ribadire, ha proseguito il vescovo, che gli uomini non sono padroni del mondo, ma coltivatori e custodi con la responsabilità di assumere anche decisioni con progetti di comunità e scelte politiche precise, senza rinvii irrimediabili.

Così come cerca di fare la diocesi di Frosinone, che nel riflettere su tre valori guida (riprendersi la terra, impegnarsi nella coscienza dell’importanza della raccolta differenziata, piantare alberi),  

sostiene un proprio ente gestore che ha ridato vita a terreni agricoli abbandonati creando una filiera corta ortofrutticola e agroalimentare biologica e recuperando rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche fortemente deperibili e inquinati, con 90 persone impiegate al 90% con contratti a tempo indeterminato.

Nella seconda serata del Forum sono stati poi consegnati da Greenaccord, in collaborazione con FISC - Federazione italiana settimanali cattolici e UCSI - Unione cattolica stampa italiana i premi giornalistici "Sentinella del Creato", per l’attenzione e la sensibilità alle tematiche dell’ambiente, a Roberto Mazzoli (direttore de “Il Nuovo Amico” della Diocesi di Pesaro), a Isabella Di Chio (giornalista Tgr Lazio) e a Benedetta Rinaldi (conduttrice de “La Vita in Diretta Estate”). I premi sono stati conferiti insieme a un riconoscimento al presidente della Coldiretti  Roberto Moncalvo e a quelli alla carriera all'attore, musicista e scrittore Moni Ovadia e al vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana per l'Italia centrale, monsignor Mario Meini, che hanno animato un dialogo sui temi della custodia del creato nel corso di un talk aperto al pubblico e condotto dal giornalista Rai Roberto Amen. Di particolare intensità la testimonianza di Isabella Di Chio, che dalle prime ore del 24 agosto 2016 ha vissuto e rendicontato l’emergenza del terremoto che ha squassato Amatrice e le altre piccole località di Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo. “Abbiamo raccontato storie vissute di persone che hanno perso tutto, e talvolta abbiamo anche spento le telecamere per rispettare il loro dolore”, ha detto la giornalista. “Mi sono sporcata le scarpe nel fango, ho scoperto la forza di questo territorio squarciato da 4 terribili, ho sentito anch’io l’urlo della terra, ho vissuto nei container come gli sfollati divenendo quasi come una di loro e imparando a memoria i nomi di questi uomini e donne e talvolta anche dei loro animali, cani, gatti e pecore. Una grande lezione e un grande privilegio”, ha concluso Di Chio.

Pellegrini e giornalisti hanno infine partecipato, domenica 3 settembre alle 11, alla Messa conclusiva del Forum e del “Sentiero di Francesco”, celebrata nella chiesa di San Francesco dal vescovo di Gubbio Mario Ceccobelli e trasmessa in diretta su Rai 1.

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