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Dalle diocesi, feste e celebrazioni come il Perdono di Assisi senza obbligo di green pass

Tanti gli eventi estivi, ma le regole per la sicurezza restano sempre le stesse

La Porziuncola ad Assisi  |  | Sanfrancescopatronoditalia.org La Porziuncola ad Assisi | | Sanfrancescopatronoditalia.org

E’ tempo di feste, momenti ricreativi, iniziative pastorali e progettazione delle attività del prossimo anno nelle diocesi e parrocchie italiane. La Presidenza della Cei ieri ha scritto una lettera a tutti i vescovi italiani per rivolgere loro e alle comunità diocesane “una parola di gratitudine” perché “nonostante le fatiche, riescono a far vedere il volto di una Chiesa madre che vive e testimonia la sua fecondità”.

Un, scrivono, “sentimento di gratitudine con una carezza d’affetto verso i malati e quanti ancora soffrono per la pandemia; verso i medici e gli operatori sanitari, per la generosità nella cura e nell’assistenza alla persona; verso gli anziani, con l’invito a conservare e a raccontare la memoria del Paese”, verso i poveri, con “l’impegno a custodirli e curarli, non chiudendo gli occhi davanti alle vecchie e nuove marginalità; verso le famiglie, per la capacità di tenuta complessiva, messa a dura prova; verso i sacerdoti, come ringraziamento per il loro essere prossimi al Popolo di Dio; verso i catechisti, gli educatori, gli operatori pastorali, perché sono davvero maestri e testimoni; verso tutte le donne e gli uomini di buona volontà, credenti e non credenti, perché in questo tempo di difficoltà con le loro scelte consapevoli stanno costruendo il Paese del futuro”.

Non è tempo di “inutili contrapposizioni” ma è il tempo – sottolinea la presidenza della Cei - di “dialogo aperto” perché in gioco “c’è il futuro dei nostri ragazzi”. I vescovi evidenziano il momento importante delle celebrazioni a partire dall’Eucaristia, “evento di grazia che va colto nella sua importanza”, perché è nella convocazione e nella partecipazione alla celebrazione che “si manifesta il nostro essere comunità, il nostro essere famiglia. Del resto, è l’Eucaristia che fa di noi una comunità, una famiglia” come anche gli altri momenti spirituali, come ad esempio, le processioni.

Da qui la raccomandazione dove ricorrano condizioni di sicurezza, di “non far mancare al nostro popolo questi gesti di preghiera, partecipazione e speranza perché la Chiesa sia presente in questo tempo così particolare”. In tante diocesi in questo ultimo anno si sono celebrate le feste patronali. In alcune, sia in modalità “tradizionale”, aperta ai fedeli che possono seguire tutto il percorso, sia una modalità “a stazioni”, in cui solo un piccolo gruppo (composto da sacerdoti, ministri ed eventualmente membri di confraternite) percorre il tragitto, mentre i fedeli partecipano ad alcuni tratti dell’itinerario in chiesa o all’aperto. Per via della varietà di tradizioni e di prassi – scrivono i vescovi  - “non è possibile fornire indicazioni valide e puntuali per tutte le Chiese locali. Il confronto con le istituzioni (anche in relazione alla sanità locale) e il buon senso, come già avvenuto nei mesi precedenti in altre occasioni, restano criteri imprescindibili con cui affrontare le varie questioni”.

Ed entrando nel dettaglio delle ultime disposizioni con “Green Pass” i vescovi sottolineano che la certificazione “non è richiesta per partecipare alle celebrazioni” durante le quali si continuerà a osservare quanto previsto dal Protocollo Cei-Governo del 7 maggio 2020, integrato con le successive indicazioni del Comitato Tecnico-Scientifico: mascherine, distanziamento tra i banchi, comunione solo nella mano, niente scambio della pace con la stretta di mano, acquasantiere vuote. E come per le celebrazioni, “non è richiesta la certificazione per le processioni”.

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In questo caso restano valide le raccomandazioni e le misure in corso e cioè l’obbligo d’indossare la mascherina e di mantenere una distanza interpersonale di 2 m per coloro che cantano e 1,5 m per tutti gli altri fedeli per evitare assembramenti.  La nota della Cei sottolinea inoltre che la certificazione diventerà obbligatoria dal 6 agosto per accedere ad altre attività organizzate o gestite da enti ecclesiastici, come ad esempio: servizi di ristorazione svolti da qualsiasi esercizio (anche bar) per il consumo al tavolo, al chiuso; spettacoli aperti al pubblico, eventi e competizioni sportive; musei, altri istituti e luoghi di cultura e mostre; sagre e fiere, convegni e congressi; piscine, centri natatori, palestre, sport di squadra, centri benessere, anche all’interno di strutture ricettive, limitatamente alle attività al chiuso; centri culturali, centri sociali e ricreativi, limitatamente alle attività al chiuso e con esclusione dei centri educativi per l’infanzia, dei centri estivi, e le relative attività di ristorazione.

Sono esplicitamente esclusi dall’obbligo di possedere la certificazione verde i partecipanti ai centri educativi per l’infanzia, compresi i centri estivi, e le relative attività di ristorazione. Questo significa che non è necessario il “Green Pass” per le persone coinvolte nei centri estivi parrocchiali (oratori estivi, Cre, Grest, ecc…), anche se durante essi si consumano pasti. La certificazione è anche necessaria per partecipare ai ricevimenti successivi a celebrazioni civili o religiose (feste di nozze o altre ricorrenze) e per accedere alle Rsa. La ripresa autunnale delle attività pastorali sarà probabilmente ancora condizionata dalla pandemia ma i vescovo sono convinti che “il Cammino sinodale, che entrerà nel vivo proprio dopo l’estate, costituisca un’occasione propizia di rilancio e di accompagnamento delle comunità, oltre che una voce profetica rispetto alle istanze del presente e del futuro”. 

Tra le tante iniziative di questa settimana  l’apertura del Giubileo mariano nella diocesi di Caltagirone, in Sicilia.   “Disponiamoci a vivere questo anno di grazia (che si aprirà il 6 agosto, ndr) prepariamolo e prepariamoci con la preghiera, perché sia una vera occasione di conversione per ciascuno di noi e possa lasciare un segno profondo, il segno di Maria”, scrive nella lettera pastorale il vescovo Calogero Peri: “del suo ascolto, della sua accoglienza, del suo servizio, della sua fede dentro di noi e dentro le nostre comunità”. “Più che indulgere sull’aspetto esteriore – aggiunge - viviamolo anche, viviamolo soprattutto, come cammino di fede, di conversione, di servizio che ci veda impegnati, in prima persona, nelle nostre comunità e nella società, per trasformale come lievito, per illuminarle come luce, per renderle accoglienza di Dio come ha fatto Maria”.

Domani ad Assisi, in occasione della festa del Perdono, il  pellegrinaggio a piedi dal centro della città fino a Santa Maria degli Angeli. “Riprendiamo questa tradizione, preparandoci, con l’inizio del nuovo anno pastorale, a metterci in cammino per un nuovo slancio evangelizzatore delle nostre case, delle nostre relazioni, della nostra Assisi e dell’intera diocesi”, dice il vescovo Domenico Sorrentino, nella lettera pastorale dal titolo “Ripartire dalla Porziuncola, ripartire dal Vangelo. Verso il nuovo anno pastorale e l’VIII centenario della morte di Francesco” scritta e distribuita in questa occasione. E a Molfetta la proclamazione della città “Civitas Mariaein occasione dei festeggiamenti in onore di Maria SS. dei Martiri del prossimo 8 settembre. Il titolo viene conferito in occasione del 70° anniversario della proclamazione di Maria SS. Regina dei Martiri a compatrona della città.