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Dalle diocesi, i vescovi italiani scrivono ad alunni, insegnanti e genitori

Alla riapertura delle scuole in piena pandemia di covid-19

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In questa settimana si è molto parlato di scuola e di “scuola in sicurezza”. Infatti, in gran parte del territorio italiano c’è stata la riapertura degli istituti scolastici per l’avvio del nuovo anno. Gli alunni e studenti sono rientrati nelle loro classi dopo oltre sei mesi durante i quali hanno fatto una esperienza “storica”: quella della didattica a distanza.

La prossima settimana l’apertura degli istituti di altre regioni del nostro Paese. E nel giorno di apertura, lo scorso lunedì, la Conferenza Episcopale Italiana ha diffuso un sussidio dal titolo “Educare, infinito presente. La pastorale della Chiesa per la scuola”. Il testo, elaborato dalla Commissione episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università a conclusione del decennio sull’educare alla vita buona del Vangelo, si apre con la presentazione di Mariano Crociata, vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno e presidente della Commissione che sottolinea che il tema dell’educazione rappresenta “un dossier che non può mai essere considerato chiuso” e che necessita “di un impegno che si presenta accresciuto per urgenza e novità di esigenze”.

Alla scuola in generale scrive l’arcivescovo di Bologna, il card. Matteo Zuppi: “carissima Scuola, ho pensato di scrivere una lettera proprio a lei, perché mi è molto cara e sono stato preoccupato tanto per lei. Mi è mancata molto in questi mesi. Ci porta tutti nel cuore, piccoli e grandi. Lei è una signora sempre giovane e ha la sapienza dei vecchi. Non si stanca mai! È bellissima, sempre piena di sorprese e di cose nuove. Con lei – scrive i porporato -  tutti si sentono a casa, anche chi ha più difficoltà degli altri, chi viene da lontano e qualche volta è visto male e con disprezzo. Lei accoglie tutti e ha speranza per ogni persona. Riesce a scoprire le capacità nascoste in ognuno. Ho molto rispetto per lei. Siccome a scuola mi sento a casa, se posso le do del tu!”. “Più il presente è incerto più dobbiamo guardare al futuro e non perdere tempo con quello che ci fa male!”, scrive Zuppi: “Il mondo ha bisogno di uomini che si preparano per aiutare gli altri nel mestiere che faranno, che cercheranno di farlo bene, qualunque esso sia. E tutti, tutti, i mestieri sono importanti e belli quando servono a vivere meglio insieme”.

“Noi contiamo su di voi perché siamo convinti che la scuola non sia anzitutto una organizzazione burocratica” ma “una comunità rassicurante per tutti, capace di contrastare le prepotenze del bullismo, lo scoraggiamento delle frustrazioni, la decadenza della pigrizia”, perché testimoniate “che vale la pena diventare adulti” perché siete “una pluralità di competenze che rendono credibile che si possa diventare comunità educante e non solo liberi professionisti”, perché siamo persuasi che “l’investimento irrinunciabile è sulla cultura, l’educazione, la speranza” dice in un video messaggio l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini. La comunità cristiana è “alleata della scuola”, sottolinea l’arcivescovo che ha invitato domenica scorsa a recitare nelle messe festive la “Preghiera per la scuola” da lui  composta. E giovedì 1 ottobre, in Duomo, una concelebrazione eucaristica. Per l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, Gian Carlo Perego, nella difficile situazione che vive oggi la scuola “unitamente a un patto ancora più stretto tra scuola e famiglia, non possono venir meno due componenti fondamentali: la passione educativa e il desiderio di apprendere.  Pertanto, la fatica, la preoccupazione, la paura e la debolezza delle relazioni non devono mai sacrificare il tempo e la vita della scuola, luogo fondamentale per guardare avanti e ridisegnare il nostro futuro”, sottolinea. “Mi auguro che, anche dopo l’emergenza, la scuola resti al centro delle politiche e degli investimenti economici, della passione e della ricerca del mondo adulto”, scrive il vescovo di Cremona, Antonio Napolioni. “Ripartire in serenità e sicurezza”, riuscire “a riempire di speranza, dentro una situazione difficile, le occasioni quotidiane, in modo da ridare valore alle cose semplici ed essenziali che sovente si danno per scontate” e “imparare a fare i conti con la fragilità propria e altrui”, chiede  Franco Moscone, arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo.

“Una scuola per tutti, che sappia come accogliere, aperta all’avventura del sapere, senza barriere architettoniche e pregiudizi, libera dalle frustrazioni, perché testarda nell’attendere e rispettare il tempo dei più deboli. Una scuola dove nessuno venga lasciato indietro, da solo” auspica Domenico Battaglia, vescovo di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti che sogna una scuola “che sappia agire il coraggio delle limitazioni, che sappia stimolare la nostalgia della prossimità, che sappia educare all’uso della mascherina e al contempo sia capace di instillare in ciascuno il desiderio di toglierla per stare alla presenza dell’altro con sguardo autentico e cuore aperto”. “Stiamo vivendo un momento delicato che esige da parte di tutti una fattiva e fiduciosa collaborazione”, sottolinea Douglas Regattieri, vescovo di Cesena-Sarsina. “La scuola è uno dei fondamenti su cui si edifica la società. In un tempo in cui è più facile seguire e spesso aderire a notizie più o meno veritiere, il percorso scolastico garantisce la possibilità di essere non solo informati ma formati.”, scrivono i vescovi Salvatore Gristina di Catania, Antonino Raspanti di Acireale e Calogero Peri di Caltagirone. Mentre il vescovo di Prato, Giovanni Nerbini invita a “non arrendersi di fronte agli ostacoli che incontrerete sul vostro percorso. Non accontentatevi di un buon voto e della promozione. Mi auguro che a partire dal vostro lavoro quotidiano voi possiate compiere il primo e più importante cammino della vostra vita: la scoperta di voi stessi, del mistero che rappresenta la vostra esistenza, dono unico, originalissimo e irripetibile che Dio vi ha fatto e che in voi ha fatto alla vostra famiglia, alla vostra città ed al mondo intero”. Per Lauro Tisi, vescovo di Trento, “il Covid ci mostra che tutti siamo alunni e insegnanti e abbiamo qualcosa da imparare dagli altri”.  Il vescovo di Nocera-Sarno, Giuseppe Giudice, si augura che la scuola “ridiventi” in Campania, “presidio di libertà e di legalità” ed invita ad investire “sulla cultura per preparare un futuro migliore, per vivere con attenzione il presente, sempre attenti alla dignità di ogni persona; i più poveri della nostra società coincidono anche con quelli meno acculturati e quindi preda dei predatori”. “Spendersi con generosità e costanza, disponendosi ad affrontare e superare di buon grado quelle difficoltà inevitabili che si presentano in questo momento particolare della vita del nostro Paese”, è l’invito di Luigi Mansi, vescovo di Andria. Sono solo alcuni dei messaggi che i presuli hanno voluto inviare alle comunità scolastiche: sono stati, infatti, molti quelli che hanno voluto “salutare” l’apertura delle scuole con un messaggio e tanti anche coloro che hanno messo disposizione delle scuole aule parrocchiali, di catechismo ed oratori. Un segnale dell’impegno della Chiesa italiana.

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