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Dalle diocesi, i vescovi italiani sostengono gli ucraini

Le lettere alle comunità ucraine in Italia

La chiesa degli ucraini dei santi Sergio e Bacco a Piazza della Madonne dei Monti a Roma |  | EWTN
La chiesa degli ucraini dei santi Sergio e Bacco a Piazza della Madonne dei Monti a Roma | | EWTN
La veglia di preghiera nella chiesa degli ucraini dei santi Sergio e Bacco a Piazza della Madonne dei Monti a Roma |  | EWTN
La veglia di preghiera nella chiesa degli ucraini dei santi Sergio e Bacco a Piazza della Madonne dei Monti a Roma | | EWTN

La situazione che sta vivendo in questi giorni l’Ucraina desta molta preoccupazione. Non si contano le iniziative di protesta di studenti, lavoratori, politici, religiosi. Migliaia sono scesi in piazza in queste ore da nord a sud Italia e in tutto il mondo per esprimere vicinanza all'Ucraina e al suo popolo e per condannare la guerra e chi l'ha causata.

“Taccia presto il fragore delle armi” ha auspicato ieri il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei in questi giorni a Firenze per l’Incontro con i Vescovi e i Sindaci del Mediterraneo.  “Sindaci e vescovi – ha detto il porporato salutando i sindaci - hanno una missione simile, pur con compiti diversi, ed è quello di creare su tutto il bacino del Mediterraneo una tenda di pace nel segno del rispetto reciproco perché tutti ritrovino le radici della loro fraternità. Sono fermamente convinto che insieme dobbiamo promuovere processi di liberazione pace, fratellanza, giustizia”. 

In Italia vivono circa 250mila ucraini, la maggioranza donne impegnate soprattutto nell’assistenza. A loro la solidarietà di tanti vescovi italiani. Ieri sera a Bologna, il card. Matteo Zuppi ha presieduto una veglia in Cattedrale alla quale ha partecipato anche la comunità greco-cattolica ucraina presente in città e domani nella chiesa di San Pietro, su invito di Zuppi, don Mykhailo Boiko, parroco di San Michele degli Ucraini, presiederà la Divina Liturgia aperta a tutti coloro che desiderano unirsi alla preghiera per la pace. Lo stesso Zuppi porterà il suo saluto al termine della celebrazione.

Dall’inizio della crisi fra Russia e Ucraina l’arcivescovo bolognese ha visitato due volte la chiesa greco-cattolica ucraina di San Michele ed ha presieduto la Veglia di preghiera proposta dalla Comunità di Sant’Egidio nella basilica dei Santi Bartolomeo e Gaetano. “Tutta la Chiesa di Bologna – ha detto - fa sue le preoccupazioni e le angosce della comunità ucraina presente nella nostra diocesi. Possiamo chiedere la pace solo disarmando il nostro cuore e domandando che ogni desiderio di violenza e guerra sia vinto. L’amore di Dio illumini tutti e doni finalmente giorni di pace”.

Alla comunità ucraina di Treviso si è rivolto il vescovo, Michele Tomasi: “in questo momento così tragico, in cui la guerra sta colpendo persone a voi care, le vostre famiglie, il vostro popolo, il vostro Paese, vogliamo dirvi la nostra disarmata vicinanza”, ha scritto: “i nostri mezzi non sono potenti dal punto di vista militare: si chiamano preghiera, solidarietà, vicinanza di persone, di fratelli e sorelle nella fede. A Dio chiediamo con forza insieme con voi: si fermi questa follia di una guerra che ha già iniziato a fare vittime, e troppe rischia ancora di farne. Una guerra che già sta uccidendo la possibilità della pace, e di tutto il bene che nella pace può essere coltivato, e fatto crescere fino a portare frutto. Il bene che voi, con sacrificio e con amore, state cercando di costruire con tanto impegno in emigrazione per i vostri cari”. A Grosseto il vescovo Giovanni Roncari si è recato nella chiesa della Misericordia per unirsi alla preghiera della comunità cattolica ucraina di rito bizantino. “

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Domenica, pregando coi fratelli ucraini, avevo chiesto al Signore e alla Madonna la sapienza per chi ha in mano le sorti di questa vicenda terribile”, ha detto: è “un’invocazione che faccio ancora di più ora che il frastuono della guerra torna a rimbombare nella vecchia Europa. Distruggere, bombardare, ammazzare non porta da nessuna parte…eppure c’è una cultura di morte che continua a far breccia nel cuore dell’uomo. Il progresso sembra non averci ancora insegnato nulla. A chi crede il mio invito è a intensificare la preghiera, perché Dio ispiri le scelte in questo momento più sagge. A chi non ha la fede, ma ha comunque a cuore le sorti dell’umanità, chiedo di esprimere sollecitudine umana verso i nostri fratelli ucraini, in questa prova drammatica, che ci fa ripiombare in tempi che credevamo ormai affidati ai libri di storia. Insieme diciamo: mai più guerra, avventura senza ritorno”.

A Parma il vescovo, Enrico Solmi ha acceso un cero, che rimarrà nella Cappella dei caduti, in Cattedrale, come segno di preghiera “per e con le vittime di tutte le guerre”, invocate come intercessori per la pace. Per il presule la Guerra è “una sconfitta per l’umanità”. "Preghiera e digiuno sono le uniche armi che i credenti possono utilizzare per combattere il demone della guerra!”, ha detto il vescovo di Savona-Noli, Calogero Marino invitando alla preghiera alla quale aggiunge la “vicinanza operosa alla comunità ucraina, presente e ben inserita nel tessuto savonese - scrive - Ciascuno di noi può far qualcosa: un sorriso, uno sguardo, un abbraccio alle donne e agli uomini dell'Ucraina, che magari vivono nel caseggiato o nel quartiere". "Vedremo nei prossimi giorni se si renderanno necessari ulteriori gesti di accoglienza e ospitalità - conclude monsignor Marino - Vi benedico di cuore e Vi auguro un buon cammino nella Quaresima ormai prossima”.

A Brescia la diocesi rivolge un appello alle comunità affinché si rendano “disponibili ad accogliere persone in fuga dalla guerra e in cerca di protezione. Il vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno, Mariano Crociata ha evidenziato che “unire gesti penitenziali e implorazione orante è la risposta dei credenti al dramma in corso, che possono vivere così in piena sintonia con lo spirito quaresimale questo tempo speciale reso drammatico dalle notizie di un ritorno della guerra in territorio europeo e aspirano al recupero di una pace giusta e duratura”. “Ci stringiamo con particolare affetto e in comunione di preghiera – dice l’arcivescovo di Cagliari, Giuseppe Beturi - alla numerosa comunità ucraina presente nella nostra diocesi” curata dalla Cappellania di San Demetrio, appartenente all’Esarcato Apostolico per i fedeli cattolici ucraini residenti in Italia, presso la Chiesa di Santa Restituta in Cagliari, retta da don Vasyl Ersteniuk. 

“Ogni conflitto porta con sé morte e distruzione, provoca sofferenza alle popolazioni, minaccia la convivenza tra le nazioni. La guerra va fermata!”, evidenzia Riccardo Fontana, vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro mentre il vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, Attilio Nostro, ricorda le 35 guerre che oggi “devastano popoli e nazioni nel delirio di disegni di potere” ed esprime a nome di tutta la diocesi “solidarietà al popolo Ucraino per la devastante violazione della loro libertà e mi auguro con tutto il cuore che questo conflitto possa essere interrotto da percorsi di dialogo e di riconciliazione”. Un moto di preghiera spontaneo che è iniziato in tutt’Italia e che continuerà anche nei prossimi giorni: per mercoledì prossimo papa Francesco ha promosso una Giornata di preghiera e riflessione per la Pace.