Messaggi di cordoglio, momenti di preghiera, celebrazioni liturgiche. Sono stati questi le prime reazioni alla notizia della morte del papa emerito, Benedetto XVI l’ultimo giorno dello scorso anno. Preghiere iniziate subito dopo che, il mercoledì precedente, papa Francesco aveva informato che Benedetto XVI stava soffrendo invitando alla preghiera per lui. Nei tanti messaggi, momenti di preghiera  – che non possiamo citare e ripercorrere tuti in queste poche righe – la parola “chiave” è stata “grazie” per il suo magistero da sacerdote,  teologo, vescovo, Papa. La Conferenza Episcopale Italiana ha voluto salutare il Papa Emerito il 4 gennaio. Il card. Matteo Zuppi e l’arcivescovo Giuseppe Baturi, rispettivamente presidente e segretario generale della CEI, si sono recati presso la Basilica Vaticana per rendere omaggio Benedetto XVI. Insieme a loro, una delegazione di 150 persone in rappresentanza dei direttori, dei responsabili e del personale degli Uffici, dei Servizi e degli Organismi collegati alla Conferenza Episcopale Italiana. Il Presidente e il Segretario hanno sostato per circa 10 minuti in silenzio davanti alla salma del Papa emerito. Successivamente il card. Zuppi ha guidato un momento di preghiera: “O Dio, che dai la giusta ricompensa agli operai del Vangelo – è stata l’invocazione - accogli nel tuo regno il tuo servo, il Papa emerito Benedetto, che hai costituito successore di Pietro e pastore della Chiesa, e donagli la gioia di contemplare in eterno i misteri della grazia e della misericordia che sulla terra ha fedelmente dispensato al suo popolo”. Ratzinger ha “espresso – ha detto il cardinale Vicario per la diocesi di Roma, Angelo De Donatis – “la fortezza e la dolcezza della fede, l’essenzialità e la semplicità” continuando “nella vecchiaia e nella malattia a sostenere l’umanità con l’offerta di sé stesso, divenendo segno del volto bello della Chiesa che riflette la luce del volto di Cristo”. Un “tributo” di “riconoscenza” da parte della diocesi di Milano ad “un uomo che ha testimoniato una coerenza esemplare con la propria coscienza, una coerenza che lo ha reso limpido e fermo nelle scelte, disponibile anche all’inedito per testimoniare la sua fedeltà e responsabilità”, ha detto l’arcivescovo Mario Delpini. A Siena, lo scorso 4 gennaio, celebrazione voluta dall’arcivescovo di Siena-Colle Val d’Elsa-Montalcino e vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza, il card. Paolo Lojudice che ha ricordato quanto detto da Ratzinger al momento della sua elezione a Pontefice: sono un “umile lavoratore nella vigna del Signore”, E questo – ha detto il porporato – “è lo spirito che lo ha guidato nel suo Pontificato e nella sua rinuncia ad esso. Il Signore ci ha donato un grande uomo come Benedetto XVI e come ha sottolineato papa Francesco, la sua è stata una testimonianza di amore e di fedeltà alla Chiesa di Cristo”. Il Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia ha parlato di “riconoscenza per il prezioso e autorevole servizio reso da Joseph Ratzinger - a tutta la Chiesa e al mondo - nella sua lunga vita di uomo, teologo, sacerdote, vescovo e papa” ed ha invitato tutte le comunità parrocchiali e religiose, le rettorie, le associazioni e i movimenti ecclesiali a pregare per Benedetto XVI”. A Bari-Bitonto, l’arcivescovo Giuseppe Satriano ha invitato i presbiteri e le comunità  “a rendere grazie al Signore per il suo ministero e la sua testimonianza”, ricordandolo nelle celebrazioni di questi giorni ed ha celebrato una eucaristia in suffragio di Benedetto XVI nella cattedrale di Bari . “Alla preghiera si unisce il rendimento di grazie a Dio per averci donato in lui un testimone della verità, un maestro della fede, un umile pastore, dal temperamento mite e gentile, premuroso verso tutti, servitore della Chiesa nell'esercizio fedele del ministero petrino fino al gesto innovatore della rinuncia. La memoria della sua persona e del suo magistero resterà sempre viva tra noi”, ha detto l'arcivescovo di Firenze, il card. Giuseppe Betori che ha fatto suonare a morto il campanone della Cattedrale all’annuncio della morte di Ratzinger. Una iniziativa che si è ripetuta anche in tante diocesi e parrocchie italiane e non solo. Il card. Giuseppe Petrocchi, arcivescovo dell’Aquila, ha ricordato la visita di Benedetto XVI nelle zone colpite dal sisma del 28 aprile del 2009. Nella tendopoli di Onna Ratzinger disse: “Il Papa è qui, oggi, tra di voi per dirvi anche una parola di conforto circa i vostri morti: essi sono vivi in Dio e attendono da voi una testimonianza di coraggio e di speranza”. Con “animo grato per il suo sapiente e generoso ministero petrino – ha detto Petrocchi – affidiamo il Papa emerito al Signore dell’Eternità”. E’ stato – ha detto il card. Oscar Cantoni, vescovo di Como, “il volto orante della Chiesa accompagnandola e sostenendola nelle sue non poche difficoltà. Gli siamo debitori per averci presentato la centralità del Cristo e per aver amato la Chiesa anche attraverso il gesto profetico delle sue dimissioni”.

Torino, nella basilica della Beata Vergine Consolata, l’arcivescovo Roberto Repole, ha presieduto una Messa di suffragio e ha voluto ricordare papa Benedetto XVI come un “Papa che ha colto la necessità di radicare la Chiesa nel Magistero del Concilio Vaticano II, cui lui ha partecipato come giovane teologo. Ha compreso inoltre che la grande sfida della Chiesa oggi è il confronto con il relativismo, teorico e pratico”.

“Testimone della verità, coraggioso, umile ed appassionato, un maestro di spiritualità, umile lavoratore nella vigna del Signore fino al gesto innovatore della rinuncia”, ha detto l’arcivescovo di Napoli, Domenico Battaglia che ha anche ricordato la visita di Ratzinger a Napoli il 21 ottobre 2007. “Rendiamo grazie al Signore per il dono del suo ministero petrino, per la sua testimonianza di servizio alla Chiesa, per il suo insegnamento e per la sua esemplare umiltà”, sono le parole dell’arcivescovo di PalermoCorrado Lorefice, che ha presieduto una Messa di suffragio in Cattedrale. Il vicepresidente della Cei e arcivescovo di Modena-Nonantola e vescovo di CarpiErio Castellucci, ha invitato a ricordare “la sua lunga vita al servizio della Chiesa, la sua dedizione e intelligenza teologica, la testimonianza che ha offerto come vicario di Pietro e il coraggio che ha dimostrato negli otto anni di Pontificato, compresa la decisione di rinunciare al ministero e infine la presenza vigile e riservata di questi ultimi dieci anni”. La diocesi di Cassano all’Jonio, attraverso il vescovo, vicepresidente della Cei per il Sud, Francesco Savino – si dice “grata al Signore per il dono di questo pastore mite, umile servitore nella sua Vigna” sottolineando che fin dall’inizio del suo ministero di successore dell’Apostolo Pietro, Benedetto XVI ha “ricordato a tutti il primato dell’Amore di Dio”. “Alla notizia della morte di Benedetto XVI, scrivo a voi per raggiungere le comunità cristiane della diocesi. Con tutta la Chiesa affidiamo il Papa emerito alla misericordia del Dio di Gesù Cristo, a cui ha consacrato tutta la sua vita e la sua missione. Ha servito la verità, ne è stato ricercatore umile, coraggioso e appassionato; ci ha ricordato - spesso inascoltato e incompreso - la centralità della dignità umana, il significato della libertà, la grandezza dell’amore: quello di Dio e quello dell’uomo, inscindibilmente uniti. È grazie anche alla testimonianza di quest’uomo fragile e forte, che possiamo guardare avanti con la fiducia che il Signore cammina con noi e ci avvolge della sua bontà”, ha scritto l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, Ivan Maffeis. Per il vescovo di Trento, Lauro Tisi, Ratzinger lascia “pagine indimenticabili di vita e studio appassionato”. “Un modello di servizio da coltivare e imitare, personalmente e come comunità cristiana”, ha detto il vescovo di Prato, Giovanni Nerbini: “un uomo dotato di una grandissima umanità e stile, ha lasciato l'esempio di come si serve la Chiesa”. Messa di suffragio anche al santuario di Loreto presieduta dall’arcivescovo prelato Fabio Dal Cin mentre al santuario di Pompei ricordano la sua visita pastorale del 19 ottobre 2008. In quella occasione papa Ratzinger donò alla Madonna di Pompei una rosa d’oro. L’arcivescovo prelato, Tommaso Caputo, consacrato vescovo da Benedetto XVI, insieme alla comunità ecclesiale “eleva al Signore preghiere di suffragio e di ringraziamento per la sua vita e le sue opere”. E oggi celebrazione nella Basilica di Santa Giustina a Padova presieduta dal vescovo Claudio Cipolla.