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Don Alfred Xuereb racconta gli ultimi giorni del Pontificato di Papa Benedetto

Papa Benedetto nel suo studio con monsignor Xuereb e monsignor Gänsweon il 16 maggio 2010 |  | OR/ CPP/ CIRIC
Papa Benedetto nel suo studio con monsignor Xuereb e monsignor Gänsweon il 16 maggio 2010 | | OR/ CPP/ CIRIC
Papa Benedetto e monsignor Alfred Xuereb |  | OR
Papa Benedetto e monsignor Alfred Xuereb | | OR
Un momento della serata di Pordenone |  | LC
Un momento della serata di Pordenone | | LC

“Un tempo di grande crescita”, così ieri sera, nel duomo di Pordenone, monsignr Alfred Xuereb per quasi sei anni segretario di Benedetto XVI, ha descritto la sua esperienza al fianco del Papa.

I 90 anni del Papa emerito: significato di una vita e di un pontificato” è stato il tema dell’incontro nel Duomo Concattedrale di San Marco a Pordenone,

L’iniziativa è promossa dall’Associazione Euro92 Eventi e dalla Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, con il sostegno di BCC Pordenonese, nel contesto dell’XI edizione della rassegna dedicata all’editoria religiosa “Ascoltare, leggere, crescere”.

Monsignor Alfred Xuereb, che è stato anche segretario di Papa Francesco nel primo periodo dopo l’elezione, ha raccontato alcuni dei momenti più personali degli ultimi giorni del pontificato di Benedetto XVI.

“Sabato scorso l’ho ringraziato e gli ho detto: Santo Padre lei ha arricchito tutta la mia vita e la ringrazio per questo”. 

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Il racconto di don Alfred inizia dal 5 febbraio 2013. Era un martedì.

“Una data che rimarrà impressa nel mio cuore e nella mia mente per tutta la vita- ha detto Xuereb leggendo i suoi appunti del giorno - Il Santo Padre quella mattina mi chiama nel suo ufficio, mi invita ad accomodarmi e mi dice che deve comunicarmi qualcosa di importante. Subito mi comunica una notizia sconvolgente: ha deciso di rinunciare al pontificato. L’ultimo giorno da Papa regnante sarà il 28 febbraio. Andrà a vivere nel Monastero che è nei Giardini Vaticani e che è in ristrutturazione ma - mi dice - 'Lei rimarrà con il nuovo Papa'. Comprensibilmente compreso e scosso gli chiedo se avrò ancora la possibilità di vederlo. E lui mi risponde: resterò ritirato dal mondo, ma per gli amici sarà possibile.”

È solo uno dei tanti momenti che don Alfred ha voluto condividere con i presenti all’evento. E ha proseguito: “ho capito che Benedetto aveva già pensato a tutto. E’ stata una decisione sofferta, ma ora capisco i lunghi momenti di preghiera degli ultimi tempi”.

Xuereb prosegue il racconto giorno per giorno. Dopo l'udienza generale del 6 febbraio - ricorda - “ho pensato di dirgli di ripensarci, ma mi sono trattenuto , perché ho visto che il Santo Padre era sereno e sicuro”.

La vita quotidiana di quei giorni rimane nella normalità fino all’ 11 febbraio del 2013, a quel Concistoro. Benedetto XVI non gira intorno alle parole, va dritto al punto: per governare la barca di san Pietro è necessario un vigore...

Monsignor Xuereb ricorda e racconta cosa succede quella mattina: scoppia a piangere lui e molti si commuovono. “ Padre Santo -  don Alfred ricorda di aver detto - ma lei è apparso molto tranquillo mentre leggeva! E il Papa risponde: si!”

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13 Febbraio, il Papa parla alla gente, la prima udienza generale dopo l’annuncio. Non può essere come le altre. Tra la gente accorsa, sorrisi e pianti. Benedetto va avanti con la consueta lucidità e chiede la preghiera che ha sentito forte per lui.

27 febbraio: sono arrivate dal giorno della rinuncia tantissime richieste, le più diverse. Tutti vorrebbero incontrare il Papa, ma non è possibile. “Io mi sento privilegiato, posso baciare ogni giorno l’anello del Pescatore - dice don Alfred al Papa - E Benedetto risponde: ma voi siete la mia famiglia”.

Il 27 febbraio è il giorno dell'ultima udienza generale. Sono giorni di grande lavoro per il trasloco, di attenzione alle cose minime, anche agli orsetti di stoffa che Joseph Ratzinger porta sempre con sé da anni. Uno lo porta con sé dal 1935: gli era stato regalato dalla mamma per Natale, il famoso orsetto che ammirava quando andava a scuola nella vetrina del negozio e per il quale aveva pianto da piccino quando sembrava fosse andato perso. L’altro è del 1939 e sul berretto ha un nome. Aveva perso un occhio e il piccolo Joseph aveva tentato di ripararlo con la cera riscaldata e gli aveva bruciacchiato la faccia.

Si arriva alla data storica del 28 febbraio. Il mondo segue in diretta, il Papa non lascia trasparire la sua emozione. Dall’elicottero si vedono le persone che salutano soprattutto in piazza, le campane suonano. A Castelgandolfo la gente attende il Papa. Il clima è stato per quanto possibile normale la sera, con la passeggiata serale.

2 marzo, tutti cercano immagini e notizie. “Si potrebbe pensare che siamo disoccupati, invece il lavoro non manca. Arrivano lettere da ogni parte del mondo, moltissima gente vuole manifestare il suo affetto e il suo grazie per quanto ha fatto nel pontificato e per la scelta coraggiosa che solo un uomo profondamente umile poteva prendere.”

Arrivano oggetti, immagini, cd, poesie, disegni, libri: ognuno dona al Papa qualcosa. “Lo scaffale sul quale appoggio la corrispondenza è carico all’inverosimile” dice don Alfred. 

4 Marzo: iniziano le congregazioni generali. Passeggiando, Benedetto confida che ha saputo che è stato accertato il miracolo per la canonizzazione di Giovanni Paolo II. Una coincidenza incredibile, la approvazione è arrivata la mattina dell’ 11 febbraio.

5 marzo: il Papa consegna l’anello del Pescatore. “L’ho baciato per l’ultima volta”.

13 marzo: c’è aspettativa per l'elezione del nuovo Papa. “Ci sentiamo uniti a tutta la Chiesa che invoca lo Spirito Santo”. Si segue la prima apparizione di Francesco. "Siamo rimasti ammirati delle parole e dei gesti del nuovo Pontefice” spiega don Alfred. Durante la cena squilla il telefono. Papa Francesco voleva salutare Papa Benedetto prima, ma nella  stanza della TV il telefono è silenziato. “È stato molto commovente essere presenta alla telefonata. Sentivo Benedetto dire: la ringrazio Santo Padre, che abbia subito pensato a me!”.

15 marzo: don Alfred deve lasciare Castelgandolfo per iniziare il suo servizio con il nuovo Papa. Il momento del distacco è struggente. “Mi sentivo un po’ confuso e nello studio di Benedetto ho cercato di dirgli quanto era triste per me, e difficile, l’ho ringraziato e gli ho detto che gli anni con lui mi hanno tanto aiutato a guardare meglio le cose di Lassù! Mi sono chinato a baciare l’anello che non era più quello del Pescatore, e lui con lo sguardo di tenerezza si è alzato in piedi e mi ha benedetto!”

Presente anche padre Federico Lombardi, presidente della Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, il giornalista RAI Fabio Zavattaro, il professor Pierluca Azzaro, docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

A coronamento della serata, l’Orchestra e Coro di San Marco insieme al Coro G. Tomat di Spilimbergo, diretti dal maestro Davide De Lucia, eseguiranno la “Missa in honorem Sanctissimae Trinitatis in do maggiore K167” di Wolfgang Amadeus Mozart. 

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