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E' morto Piero Gheddo, missionario e scrittore

Una foto storica di Padre Piero Gheddo  |  | gheddo.pimemilano.com Una foto storica di Padre Piero Gheddo | | gheddo.pimemilano.com

Lo chiamavano il missionario della carta stampa, padre Piero Gheddo, missionario del Pime (Pontificio Istituto Missioni Estere) è morto oggi nella casa Ambrosiana di Cesano Boscone, alla periferia di Milano. Aveva 89 anni ed era ammalato da tempo.

La sua biografia l’ha scritta lui stesso nel blog in cui raccontava la missione in modo speciale

Nato nel 1929 a Tronzano in provincia di Vercelli, nel 1945 è entrato nel Pime e nel 1953 è stato  ordinato sacerdote. “Avrebbe dovuto partire per l’India, - si legge nella sua biografia- invece i superiori l’hanno tenuto nella stampa, all’inizio in modo provvisorio, poi, a poco a poco, in modo definitivo”.

Inizia così una missione tutta particolare. Partecipa al Concilio Vaticano II  come giornalista dell’Osservatore Romano e “perito” della missione ad gentes. Viaggiare alla fine è stato un suo compito, più di 80 i paesi visitati .  Direttore della rivista “Mondo e Missione” per 35 anni, fondatore e direttore dell’agenzia d’informazione “Asia News” nel 1987, ha pure diretto la rivista per i giovani “Italia Missionaria”.

Le sue collaborazioni spaziavano da Avvenire a L’Eco di Bergamo, L’Osservatore Romano, Il Giornale, Gente, Epoca, Famiglia Cristiana.

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“Le sue corrispondenze dai paesi del sud del mondo- si legge- sono apprezzate anche nel mondo laico, perchè padre Gheddo riporta in Italia la vita dei popoli, il loro modo di vivere il cristianesimo e le altre religioni. Non intervista primi ministri o personalità della politica, ma va a vivere nei villaggi, con il popolo e con le Chiese locali. Questo gli ha permesso di prendere posizioni contro corrente anche in campo politico, come durante la guerra del Vietnam e i Khmer rossi in Cambogia: in Italia è stato il primo a denunziare che i “liberatori” erano in realtà nuovi e peggiori oppressori del popolo. Così ha molto scritto sulla fame nel mondo e sviluppo-sottosviluppo dei popoli, che attribuisce anzitutto a fattori educativo-culturali-religiosi, prima che economico-tecnici”.

Tv e circa 90 libri, direttore dell’Ufficio storico del Pontificio istituto missioni estere, insegnate in seminario pre-teologico del Pime a Roma ha concluso la sua vita a Milano mantenendo sempre attivo  un sito internet (www.gheddopiero.it) e un Blog (armagheddo). È stato postulatore di tre cause di canonizzazione: il servo di Dio dottor Marcello Candia (laico missionario in Amazzonia, 1816-1983), il beato padre Clemente Vismara missionario del Pime per 65 anni in Birmania, beatificato a Milano il 26 giugno 2011 (1897-1988), il servo di Dio fratel Felice Tantardini, fabbro-ferraio e fratello missionario del Pime per 69 anni in Birmania (1898-1991). La sua capacità in un periodo di grandi conflitti ideologici è stata quella di unire una netta identità ecclesiale insieme all’apertura e all’impegno nelle piaghe sociali del mondo. Come ricorda l’attuale direttore di Asia News Bernando Cervellera, “pur valorizzando Helder Camara, il vescovo di Recife – portato in Italia proprio dal Centro Pime – è stato sempre critico sulla deriva marxista di una parte della teologia della liberazione latino-americana”.

Il suo ultimo blog è stato dedicato al viaggio di Papa Francesco in Bangladesh con il racconto di suor Franca Nava, Missionaria dell’Immacolata e della sua vita in quella piccola Chiesa locale.