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Festa del Redentore. "La pandemia ci ha segnati, il Risorto è la risposta"

Il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia celebra la Messa solenne in occasione della festa veneziana del Redentore nell’omonima basilica alla Giudecca

La festa del Redentore a Venezia |  | Patriarcato Venezia La festa del Redentore a Venezia | | Patriarcato Venezia

"La terza domenica di luglio, a Venezia, si celebra la festa del Santissimo Redentore ricordando l’evento che, in modo drammatico, segnò la città e che oggi - in tempo di Covid 19 - riviviamo con particolare intensità. Questa festa è, infatti, legata al voto con cui il Senato della Repubblica decise di affidarsi alla misericordia di Dio per sconfiggere la pandemia del 1575-76 che, in città, seminò ovunque morte".

Così il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia spiega durante l'omelia della Messa solenne in occasione della festa veneziana del Redentore nell’omonima basilica alla Giudecca.

"Oggi riscontriamo ancora come l’uomo debba sempre fare i conti con i suoi limiti, nonostante i progressi della scienza: l’uomo è creatura e rimane fragile. La pandemia ci ha segnati come singole persone e come comunità, ci ha toccato dentro e per chi non si è sottratto è stato possibile ripensare il proprio stile di vita.", dice il Patriarca.

Per il Patriarca "il Risorto è la risposta al grido che, in questi mesi, è riecheggiato in ospedali, residenze per anziani, reparti di terapia intensiva, luoghi di sofferenza ed anche fatica per malati, medici e infermieri, i cui volti stanchi e disfatti sono vivi nella nostra memoria".

"La festa del Santissimo Redentore, in quest’anno così particolare e faticoso, risvegli nelle nostre comunità un vivo senso di Dio a partire proprio dalla percezione del limite e della fragilità umana e, quindi, una solidarietà che esprime la fede e, poi, diventa scelta sociale e politica attraverso la valorizzazione del principio di sussidiarietà che riconosce e promuove le aggregazioni dei cittadini", conclude infine Moraglia.

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