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Francia, davvero il disegno di legge sulla bioetica è una emergenza?

I vescovi francesi prendono posizione netta contro il disegno di legge di bioetica, rimandato in seconda lettura all’Assemblea Nazionale

Arcivescovo Aupetit | Arcivescovo Michel Aupetit, di Parigi | VaticanNews Arcivescovo Aupetit | Arcivescovo Michel Aupetit, di Parigi | VaticanNews

È una legge che “porta in sé notevoli sconvolgimenti, che modificano seriamente e pericolosamente le basi di ciò che la nostra civiltà ha costruito per il rispetto dell’uomo, della sua dignità, della sua vita e della sua salute”. L’arcivescovo Michel Aupetit di Parigi ha bollato così, con un editoriale su Le Figaro a fine giugno, la decisione di inserire la legge della bioetica tra le emergenze nazionali, e dunque di calendarizzarla in seconda lettura all’Assemblea Nazionale già in questi giorni.

Il progetto di legge è stato votato dall’Assemblea Nazionale a ottobre, poi modificato e votato dal Senato a febbraio. Quindi, c’è stato il lockdown in Francia, e la legge è finita tra le leggi da discutere. Ma è stata inclusa tra le emergenze nazionali, e dunque subito ricalendarizzata. Mentre, ha notato l’arcivescovo Aupetit, la “maggior parte delle importanti riforme devono essere rinviate e riviste”, e mentre la Francia è stata messa in ginocchio dalla crisi sanitaria.

Ma questa è la situazione. E così i vescovi francesi si ritrovano a dover combattere una legge che discute anche il “diritto al bambino”, tema che aprirebbe anche alla possibilità di fecondazione assistita e maternità surrogata per tutti.

I vescovi francesi stanno lavorando da tempo alla questione delle leggi sulla bioetica, e hanno partecipato attivamente anche agli “Stati generali “sulla legge nel 2018, riferendone anche in un incontro in Vaticano. E, sul sito della Conferenza Episcopale Francese, c’è da tempo un dossier tutto dedicato al tema bioetico.

Il loro impegno, comunque, non basta a fermare il piano inclinato della società secolarizzata francese. L’arcivescovo Aupetit si dice stupito che, dopo la pandemia, si voglia arrivare a tutti i costi a chiudere la legge, proprio mentre la pandemia ci ha insegnato “ a superare il nostro egoismo attraverso l’impegno per la solidarietà, il rispetto per la pari dignità di ogni essere umano”, e invece si porta avanti un mito della “procreazione” per sesso esterno.

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Secondo l’arcivescovo Aupetit, la produzione artificiale di gameti, gli aborti selettivi in ​​caso di gravidanze multiple, il fatto di distinguere l'assistenza medica per la procreazione dalle difficoltà nel concepire derivano da una deriva nella società dei consumi "che sta ancora spingendo il desiderio degli adulti ", ignorando le conseguenze che ricadranno sulle generazioni future. 

I vescovi francesi hanno anche lanciato un documento, intitolato “Questione umanitaria”, in cui sottolineano come lo sviluppo delle biotecnologie che “rischiano di forgiare una certa concezione dell’uomo e della società” è la nuova questione sociale.

La Chiesa, dicono i vescovi, non scoraggia i processi scientifici, ma invita a discernere, mettendo in discussione il “significato stesso di questo progresso” e domandandosi se “tutto è tecnicamente possibile e ammissibile da un punto di vista etico”.