I vescovi francesi si sono detti “rattristati” dalla decisione del Senato, e poi hanno lanciato una iniziativa di digiuno e preghiera. La Pontificia Accademia per la Vita ha sottolineato che “non esiste un diritto a sopprimere una vita umana”. Ma le parole più forti sull’inserimento nella Costituzione francese della garanzia della libertà per le donne di ricorrere all’aborto le ha dette un arcivescovo francese che ora non fa più l’arcivescovo, costretto a dimettersi a causa di una campagna stampa malevola che poi si è dimostrata, alla prova dei fatti e del tribunale, priva di fondamento. Perché l’arcivescovo Michel Aupetit, emerito di Parigi, non ha usato mezzi termini: “La Francia è diventato Stato totalitario”.
Mentre si infiamma il dibattito sull’introduzione del diritto all’aborto nella Costituzione, i vescovi francesi contano anche sulla posizione autorevole della Santa Sede. In Francia è stato dato molto risalto ad un editoriale dell’Osservatore Romano del 7 febbraio, considerato come una presa di posizione forte da parte della Santa Sede. Una posizione che ricalca quella dei vescovi francesi dello scorso 8 ottobre, che metteva in guardia dall’inclusione del diritto all’aborto nella carta costituzionale.
Quando il presidente Emmanuel Macron annunciò che l’aborto in Francia sarebbe diventato diritto costituzionale, la Conferenza Episcopale di Francia diramò un documento in cui si sottolineava che “ogni vita è un dono per questo mondo”. Ma oggi questa idea di rendere l’aborto “irreversibile” è diventata realtà con un progetto di legge che ha moderato i toni iniziali, ma che è arrivato all’accordo di tutte le parti, e che ha edulcorato la prima proposta del governo, ma nemmeno troppo.
l prete è celibatario - e vuole esserlo - perché Gesù lo era,
Quello delle violenze e della profanazione delle chiese in Francia è un problema che non sembra diminuire. Anzi.
Sembra essere una decisione senza precedenti, quella che ha portato Papa Francesco a trasferire due vescovi titolari in Francia all’ufficio di vescovi ausiliari. La notizia, passata quasi inosservata nel bollettino della Sala Stampa della Santa Sede lo scorso 26 giugno, è invece l’ennesimo campanello di allarme sulla situazione dei sacerdoti e dei vescovi in Francia. Tra errori di governance e pressioni dell’opinione pubblica, tra difficoltà nell’essere cristiani in una società scristianizzata e il dramma di non riuscire a dare testimonianza, molti rischiano il burn out, ovvero l’esaurimento nervoso.
A seguito di un devastante attacco incendiario a una chiesa storica in Germania e diversi incidenti precedenti a Parigi, in Francia, l'Osservatore Europeo sulla libertà religiosa ha espresso preoccupazione per i crimini ispirati dall'odio contro le chiese cristiane.
Si chiama “Tribunale Nazionale Canonico Criminale”, ed è probabilmente il primo del genere al mondo. Lo ha stabilito la Conferenza Episcopale Francese perché si occupi di crimini e offese commesse tra clero e laici nella Chiesa, incluso l’abuso sessuale di adulti.
L’Arcivescovo di Bordeaux Monsignor Jean Paul James ha annunciato che l’Arcivescovo emerito il Cardinale Jean Pierre Ricard ha ammesso di aver abusato, 35 anni fa, di una ragazza di 14 anni . Il porporato si è messo a disposizione della giustizia civile e canonica.
Nella Francia che nel 2020 è stata colpita da quasi mille atti anticristiani, e che ha visto una crescita dell’intolleranza contro i cristiani del 300 per cento negli ultimi dieci anni (dati dell’Osservatorio sull’Intolleranza e la Discriminazione dei Cristiani in Europa), la notizia è che le chiese vengono costruite e frequentate.
Papa Francesco ha ricevuto stamane in Vaticano il presidente francese Emmanuel Macron che successivamente ha incontrato il Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin e l’Arcivescovo Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati.
Alla fine, l’arcivescovo Eric de Moulins-Beaufort di Reims, presidente della Conferenza Episcopale Francese, è dovuto persino andare a parlare con il ministro dell’Interno Gerald Darmanin, per chiarire la sua posizione riguardo il segreto della confessione e poi dichiarare, ancora una volta, la sua vergogna per lo scandalo degli abusi. Addirittura, nel sito della Conferenza Episcopale Francese si legge che la risposta del presidente dei vescovi è stata “goffa”, mentre l’opinione pubblica sembra ancora sgomenta dalle cifre degli abusi pubblicai dal rapporto CIASE la scorsa settimana.
Dopo due anni e mezzo di lavoro, la Commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa, ha consegnato e presentato il rapporto completo sugli abusi alla Conferenza episcopale francese e alla Conferenza dei Religiosi e delle Religiose di Francia. Dal Rapporto emerge che sono 216.000 le persone aggredite sessualmente da 2.900/3.200 sacerdoti, religiosi e religiose in Francia negli ultimi 70 anni di storia. Cifra che però aumenta a 330.000 se si includono anche tutti coloro che sono stati aggrediti da “laici che lavorano nelle istituzioni della Chiesa cattolica”.
Un sacerdote cattolico è stato assassinato in Francia: padre Olivier Maire, 60 anni, è stato ucciso stamane a Saint-Laurent-sur-Sevre, nella Vandea. La notizia è stata confermata dal ministro dell’Interno d’Oltralpe Darmanin che si è immediatamente recato sul luogo dell’omicidio.
La scusa è stata la recrudescenze di episodi di Islam radicale in Francia, dalla morte di padre Jacques Hamel all’attentato di Nizza, dagli attacchi a Chalie Hebdo a quello del Bataclan alla decapitazione di Samuel Paty. Ma, di fatto, la legge sul separatismo religioso voluta dal presidente francese Emmanuel Macron mette a rischio la libertà di tutte le fedi. Tanto che cattolici, protestanti e ortodossi hanno reagito con una lettera congiunta, pubblicata su Le Figaro il 9 marzo, in cui denunciano che la la legge “rischia di violare libertà fondamentali che sono la libertà di culto, di associazione, d’istruzione e persino la libertà di opinione”. La legge, già approvata in Assemblea Nazionale a febbraio, verrà discussa in Senato il prossimo 30 marzo.
Questa volta il Consiglio di Stato ha dato ragione ai vescovi di Francia. Dopo la decisione del governo di limitare a 30 il numero massimo di partecipanti alle celebrazioni religiose, non importa quanto il luogo di culto fosse grande, i vescovi avevano protestato con il governo e si erano appellati al Consiglio di Stato Questo il 29 novembre ha dato ragione ai vescovi. Ora il governo ha 3 giorni per modificare il decreto.
Il nuovo stop in Francia alle Messe con i fedeli non è piaciuto ai vescovi francesi, che riuniti in assemblea generale la scorsa settimana, hanno deciso di presentare un ricorso al Consiglio di Stato, sottolineando come le nuove disposizioni siano lesive delle libertà di culto. Ma il Consiglio di Stato ha respinto l’appello, sottolineando che il decreto non mina la libertà di culto, che può essere esercitata sia individualmente che collettivamente, e che comunque le norme saranno rivisitate dopo una consultazione il prossimo 16 novembre.
“Non ci dobbiamo dividere”. Il vescovo di Nizza André Marceu lo sottolinea con forza in un videomessaggio di quattro minuti, pubblicato sulla pagina facebook della diocesi, che suona come un incoraggiamento. Il giorno dopo l’attentato nella basilica di Notre Dame, la comunità cattolica di Nizza non vuole arrendersi. E così, il vescovo ha annunciato che no, non saranno annullate le messe previste per la festa di Ognissanti dell’1 novembre, molto sentite in Francia, e nemmeno saranno chiuse le chiese.
E' di almeno 3 morti e diversi feriti il bilancio dell'attentato di stamane nella cattedrale di Notre Dame, a Nizza. Una delle vittime sarebbe stata decapitata da una o più persone penetrate nel luogo di culto. Uno degli assalitori è stato arrestato. Secondo il sindaco della città gridava "Allah Akbar, non abbiamo dubbi che si tratti di terrorismo".
Papa Francesco ha nominato Arcivescovo Metropolita di Lyon, in Francia, Monsignor Olivier de Germay, finora Vescovo di Ajaccio.