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Fratelli della Carità, non rinnovati due membri coinvolti nel caso “Eutanasia”

Fratelli della Carità | L'insegna all'ingresso del quartiere generale dei Fratelli della Carità in Belgio  | PD Fratelli della Carità | L'insegna all'ingresso del quartiere generale dei Fratelli della Carità in Belgio | PD

Può l’eutanasia essere permessa, sotto determinate condizioni, all’interno di ospedali cattolici, anche solo per conformarsi alla legge? No, è stata la risposta netta dei Fratelli della Carità, congregazione di laici fondata nel 1807 in Belgio, che alla fine di marzo 2017 si sono trovati ad affrontare una crisi interna proprio perché, invece, l’associazione che gestisce gli ospedali nella loro nazione di origine aveva dato risposta negativa. Un dibattito interno che ha portato alla decisione di non rinnovare il mandato sugli ospedali di due Fratelli della Carità che avevano avallato la decisione.

Luc Lemmens, 61 anni, e Veron Raes, 57 anni, sono stati informati a fine settembre che il loro mandato non sarebbe stato rinnovato. Sono due dei tre membri della Congregazione che siedono nel board di gestione dei 15 ospedali psichiatrici della Congregazione in Belgio, che sono dati in gestione ad una organizzazione denominata “Fratelli della Carità”, una non profit di cui solo tre membri sono fratelli professi, che ha dato appunto il via libera alla possibilità della pratica eutanasica negli ospedali, considerata un “atto medico” a determinate condizioni..

Una ferita aperta, per Fratel René Stockman, superiore generale della Congregazione, che da subito si è battuto perché gli ospedali ritirassero anche solo la minima possibilità di praticare l’eutanasia, anche a pazienti in una situazione non terminale.

Il recente capitolo generale ha confermato la linea: Fratel Stockman è stato confermato generale della Congregazione, e le linee guida per il nuovo capitolo sono state quelle di essere “radicali nella profezia”.

Normale che, dopo il capitolo generale, tutta la Congregazione si conformasse alle direttive, e i due fratelli membri del Consiglio che avevano accettato la linea non sono stati rinnovati nel loro incarico.

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La questione aveva creato un fortissimo dibattito interno. Il superiore generale della Congregazione, Fratel René Stockman, aveva combattuto duramente per cambiare le linee guida, chiedendo anche alla Santa Sede di prendere una posizione netta.

membri dell’Organizzazione erano stati invitati in Vaticano a spiegare le ragioni della loro scelta lo scorso ottobre, sebbene poi una data per l’incontro non fosse stata comunicata. Possibile che un primo incontro sia già avvenuto, e che il dialogo sia in corso.

La convocazione in Vaticano era venuta a seguito dell’ultimo incontro che Fratel René Stockman, generale della Congregazione, ha avuto con le autorità vaticane lo scorso 29 settembre.

Ci sarà un altro incontro in Vaticano, sempre sul tema degli ospedali, forse già in questa settimana, e si prenderà una decisione definitiva sugli ospedali. È persino possibile che i Fratelli della Carità lascino gli ospedali, se questi non si conformeranno alla richiesta di ritirare il documento e rendere impossibile l’eutanasia nei loro ospedali.