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Giovanni Paolo II ci ha insegnato la santità come vocazione universale

San Giovanni Paolo II |  | CNA Archives / Wikipedia San Giovanni Paolo II | | CNA Archives / Wikipedia

Canti in latino e polacco e una emozione comune nel ricordo di San Giovanni Paolo II. A pochi passi dalla sua tomba, nella Basilica di San Pietro, un gruppo di fedeli di Cracovia si è trovato per celebrare il primo anniversario della canonizzazione del Papa polacco. Ha celebrato la Messa il Cardinal Angelo Sodano, decano del Collegio dei Cardinali, a lungo collaboratore di Wojtyla. Ma l’omelia è stata pronunciata dal Cardinal Stanislao Dziwisz, praticamente per una vita segretario particolare di San Giovanni Paolo II e oggi arcivescovo di Cracovia. Il quale ha messo in luce il concetto che la santità “non è un privilegio per pochi, ma la vocazione universale del popolo di Dio.”

È questa una delle eredità di Papa Wojytla, secondo il Cardinal Dziwisz. Per l’arcivescovo di Cracovia, Giovanni Paolo II fu “uomo di preghiera, di contemplazione e azione,” un “mistico del servizio innamorato di Gesù Cristo.

È “il Papa della Divina Misericordia,” e questo lega Giovanni Paolo II a Papa Francesco, ma è stato anche il Papa della famiglia, come lo ha definito Francesco nella Messa di canonizzazione, un tema sul quale – afferma Dziwisz – “è stato profetico,” “Abbiamo in cielo – ricorda l’arcivescovo di Cracovia - un grande intercessore per le nostre cause personali, familiari e sociali, che ci “accompagna nelle vie della fede, della speranza e della carità”.

Ma “ci sono nuove sfide che toccano la Chiesa,” afferma il Cardinal Dziwisz. Il quale poi aggiunge:  “Se vogliamo rimanere fedeli all’eredità di Giovanni Paolo II dovremmo coraggiosamente camminare per la strada dell’amore di Dio e del prossimo, cioè per la strada della santità. Questo è il compito quotidiano posto davanti a noi”.

Un riferimento speiale ai giovani, anche in vista della Giornata Mondiale della Gioventù che ci si appresta a celebrare a Cracovia. Il Cardinal Dziwisz ringrazia il Papa per aver scelto Cracovia come sede del grande raduno dei giovani inventato proprio sotto Giovanni Paolo II, e afferma: “Spalanchiamo le porte della Patria di Giovanni Paolo II! Apriamo le porte al Pietro dei nostri tempi e alle folle dei giovani cristiani. Vogliamo condividere la nostra fede e vogliamo imparare da loro l’entusiasmo della fede”.

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