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Giuseppe non dorme, sogna due anni di Aci Stampa con Francesco e Benedetto

La statua di San Giuseppe nello studio di Papa Francesco  |  | pd La statua di San Giuseppe nello studio di Papa Francesco | | pd

Ormai è una delle abitudini del pontificato di Papa Francesco. I bigliettini con le richieste di preghiere il Papa li mette sotto la statuina di San Giuseppe addormentato che ha nel suo studio nell’appartamento di Santa Marta.

Come Giovanni Paolo II li metteva in un cassetto dell’inginocchiatoio che ora ha nel Monastero Mater Ecclesiae Benedetto XVI, cioè Joseph Ratzinger.

Giuseppe torna sempre nelle vite dei pontefici, perché Giuseppe è il Custode di Maria, di Gesù, della Chiesa.

La statuina di Giuseppe che dorme è diventata “di moda” nei negozi di oggetti sacri nei dintorni di San Pietro. Una tradizione latinoamericana che Francesco ha portato nel mondo.

E del resto Giuseppe è il santo ricordato il giorno in cui è iniziato il pontificato di Bergoglio nel 2013. “Giuseppe - disse allora l’ex vescovo di Buenos Aires- è “custode”, perché sa ascoltare Dio, si lascia guidare dalla sua volontà, e proprio per questo è ancora più sensibile alle persone che gli sono affidate, sa leggere con realismo gli avvenimenti, è attento a ciò che lo circonda, e sa prendere le decisioni più sagge”.

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Realismo per leggere gli avvenimenti. Una caratteristica che sembra perfetta per Benedetto XVI, battezzato con il nome di Giuseppe un sabato Santo di quasi 90 anni fa.

Giuseppe, uomo pratico, realista, concreto. E nascosto. Così come Benedetto oggi,

"La grandezza di San Giuseppe, al pari di quella di Maria, risalta ancor più perché la sua missione si è svolta nell'umiltà e nel nascondimento della casa di Nazaret”, ricordò il 19 marzo del 2006.

E a Giuseppe ci siamo affidati anche noi di Aci Stampa. Abbiamo iniziato le nostre pubblicazioni esattamente due anni fa. E lo abbiamo fatto in modo discreto. Pensando a Giuseppe.

In un mondo in cui l’informazione è rincorsa al rumore noi abbiamo scelto di non aumentare i decibel. Del resto la voce di Dio, come racconta Isaia, è leggera come una brezza. E noi cerchiamo di ascoltarla. Così come Giuseppe ci siamo messi in ascolto delle tante voci della Chiesa tramite le quali Gesù parla oggi. Dal Papa, quello regnante Francesco, e quello emerito Benedetto, ai vescovi i sacerdoti e i fedeli.

Aci Stampa cerca di essere una voce moderata e decisa che racconta senza strappare il lettore da una parte o da un’altra.

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Un agenzia di informazione non deve convincere urlando più forte, ma offrendo quella completezza che è testimonianza.

Come Giuseppe appunto.

Un Giuseppe che sembra dormire, ma è nel sonno, nel sogno che parla con Dio, che ha da lui le indicazioni per essere custode di Maria e di Gesù, e quindi di tutti noi.

Giuseppe è visto dalla tradizione come anziano, saggio. Come oggi vediamo Benedetto XVI, anziano e saggio con un dilatato tempo di ascolto, anche per il suo successore, che spesso a lui si rivolge.

Giuseppe non dorme, lavora magari con lentezza, come un falegname, dice Francesco a volte, ma non ti delude mai.  E ama il lavoro fatto bene, ama la giustizia. Come disse una volta Bendetto XVI : “Non si esagera se si pensa che proprio dal 'padre' Giuseppe Gesù abbia appreso, sul piano umano, quella robusta interiorità che è presupposto dell’autentica giustizia, la "giustizia superiore", che Egli un giorno insegnerà ai suoi discepoli”.

Una interiorità che chiede pazienza, quella dell’uomo pratico che non dorme, sogna.