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I cristiani in Europa, uniti nell’affrontare le crisi

I presidenti di CCEE e CEC | Il Cardinale Angelo Bagnasco, presidente del CCEE; e il Rev. Christopher Hill, presidente del CEC | CCEE I presidenti di CCEE e CEC | Il Cardinale Angelo Bagnasco, presidente del CCEE; e il Rev. Christopher Hill, presidente del CEC | CCEE

Ricordare gli eventi del passato, non negare la storia, ma essere convinti che “l’amore di Cristo ci spinge”. Nell’anno in cui si celebra il 500esimo anniversario della Riforma Protestante, il consueto messaggio congiunto del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee e della Conferenza delle Chiese Europee assume un peso particolare. Perché ricordare la storia punta a “risanare le ferite” e trovare nuovi orizzonti di dialogo.

“La storia del cristianesimo in Europa – si legge nel messaggio congiunto – è segnata da dolorosi periodi di divisione, mutua condanna e persino violenza”. Così, in vista della commemorazione della Riforma di alcune Chiese – la CEC include 125 chiese membri tra Protestanti, Ortodossi, Anglicani e Cattolici di Antico Rito – i due consigli sottolineano che “ricordare questi eventi e confrontarci con la nostra storia è una preziosa opportunità per rinnovare il nostro impegno nei confronti del risanamento delle ferite e del superamento delle divisioni”. 

Si tratta dunque di “operare per la riconciliazione attraverso le nostre parole e azioni”, anche attraverso il dialogo teologico, che è molto cresciuto in 45 anni di incontro costante tra CCEE e CEC attraverso “il Comitato congiunto in relazione a diverse tematiche di interesse”.

I cristiani sono anche uniti – si legge nel messaggio – “dalla condivisione della sofferenza e della gioia terrena”, con la “solidarietà nei confronti dei Rom”, l’impegno per “la giustizia ecologica” e “la preghiera per l’unità all’interno del corpo di Cristo”.

Ma quello che avvicina di più le Chiese cristiane sono “le molteplici crisi che l’Europa e gli Stati vicini sono chiamati ad affrontare”, come “guerra e conflitti, incertezza politica, migrazione e sfide ecologiche, povertà spirituale e materiale”.

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Crisi che portano anche la speranza che “insieme possiamo testimoniare l’amore di Cristo per la riconciliazione attraverso la salvaguardia del Creato, la solidarietà nei confronti dei poveri e la tutela della dignità del popolo di Dio”.

Conclude il messaggio: Attraverso il dialogo approfondiamo la nostra reciproca conoscenza. Attraverso testimonianze e azioni comuni costruiamo ponti. Attraverso la preghiera impariamo a riconoscere l’opera dello Spirito Santo. La via da seguire può sembrare non sempre chiara o semplice, ma teniamo sempre nel cuore quella verità secondo cui “l’amore di Cristo ci spinge”.