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I Papi ad Albano, un legame speciale

Nel 2008 Papa Benedetto XVI celebrò la Messa per la dedicazione dell'altare della cattedrale

Papa Francesco e Mons. Semeraro, vescovo di Albano |  | Diocesi di Albano Papa Francesco e Mons. Semeraro, vescovo di Albano | | Diocesi di Albano

Domani pomeriggio Papa Francesco si recherà in visita pastorale ad Albano Laziale, diocesi in cui ricade il territorio di Castel Gandolfo dove - fino al pontificato di Benedetto XVI - i Papi si recavano per il periodo estivo.

La cittadina dei Castelli Romani non è nuova dunque alla presenza del Papa nel suo territorio, e l’attuale vescovo della Diocesi - Monsignor Marcello Semeraro - è un uomo di fiducia del Papa, tanto da essere il segretario del Consiglio dei Cardinali per la riforma della Curia Romana.

In tempi recenti la prima visita pastorale ad Albano di un Papa risale al 3 settembre 1971 con Paolo VI.

Diverse invece le visite ufficiali di San Giovanni Paolo II, tutte tra il 1979 e il 1996.

Di particolare rilevanza fu la visita pastorale che compì Benedetto XVI nel 2008. Era il 21 settembre - la stessa data scelta da Papa Francesco per la sua visita - e il Pontefice celebrò la Messa per la dedicazione dell’altare della Cattedrale. “L’altare del sacrificio - spiegò il Papa Benedetto - diventa, in un certo modo, il punto d’incontro fra Cielo e terra; il centro, potremmo dire, dell’unica Chiesa che è celeste ed al tempo stesso pellegrina sulla terra, dove, tra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio, i discepoli del Signore ne annunziano la passione e la morte fino al suo ritorno nella gloria”.

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Attraverso il rito della dedicazione dell’altare, Benedetto XVI invitò infine i fedeli di Albano a “testimoniare con la vita la vostra fede in Cristo e la totale fiducia che riponete in Lui. Si tratta pure di coltivare la comunione ecclesiale che è anzitutto un dono, una grazia, frutto dell’amore libero e gratuito di Dio, qualcosa cioè di divinamente efficace, sempre presente e operante nella storia, al di là di ogni apparenza contraria. La comunione ecclesiale è però anche un compito affidato alla responsabilità di ciascuno. Vi doni il Signore di vivere una comunione sempre più convinta ed operosa, nella collaborazione e nella corresponsabilità ad ogni livello: tra presbiteri, consacrati e laici, tra le diverse comunità cristiane del vostro territorio, tra le varie aggregazioni laicali”.