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I religiosi di Africa vogliono rilanciare il continente

È terminato con un elaborato appello che affronta tutte le sfide dell’Africa il Simposio della Conferenza dei Superiori Maggiori di Africa e Madagascar

CONSAM | Un momento dell'Assemblea CONSAM di Johannesburg e Pretoria | InfoANS CONSAM | Un momento dell'Assemblea CONSAM di Johannesburg e Pretoria | InfoANS

C’è anche la richiesta a Dio di dare forza per liberare l’Africa da un sistema economico che la impoverisce, nella dichiarazione finale del Simposio della Conferenza dei Superiori Maggiori di Afica e Madagascar (CONSAM) che si è tenuto a Johannesburg e Pretoria, in Sudafrica, dal 23 al 30 maggio.

Il simposio ha luogo insieme all’Incontro Annuale Generale dei superiori maggiori, e il tema era “Speranza, Sinodalità e lo sviluppo della Vita Consacrata in Africa”. E se speranza e sinodalità sembrano essere temi quasi scontati, considerando che si sta vivendo nel Giubileo della speranza e che il Sinodo voluto da Papa Francesco andava proprio nella direzione di dare maggiore peso alle realtà locali, la questione di dare forza alla Vita Consacrata in Africa necessita di una maggiore riflessione.

Secondo l’ultimo Annuario Statistico della Chiesa Cattolica, infatti, la popolazione cattolica è cresciuta dell’1,15 per cento tra il 2022 e il 2023. Ma si nota anche che l’Africa raccoglie il 20% dei cattolici dell’intero pianeta e si caratterizza per una diffusione della Chiesa Cattolica assai dinamica: il numero dei cattolici passa da 272 milioni nel 2022 a 281 milioni nel 2023, con una variazione relativa pari a +3,31%.

La vita consacrata nelle Chiese cattoliche in Africa testimonia una grande vitalità, con un notevole contributo e coinvolgimento di religiosi e religiose nelle scuole cattoliche (30 milioni di studenti), ospedali e dispensari (6.800), orfanotrofi e case di riposo (2.400).

I religiosi consacrati sono anche in prima linea nella missione a favore dei rifugiati e dei migranti, nella lotta alla tratta di esseri umani attraverso la rete Talitha Kum.

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In un continente così vivo, insomma, la vita consacrata non può che essere cruciale. Il simposio ha messo insieme un centinaio rappresentanti da sei conferenze regionali di Africa e Madagascar, con workshop, discussioni e incontri focalizzati sulla sinodalità. Tra gli ospito, il Prefetto del Dicastero per la Vita Consacrata, Suor Simona Brambilla, e il cardinale Fridolin Ambongo, presidente del SECAM.

Ma che cosa è il CONSAM? Fondato nel 2005, riconosciuto dal Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata, è la voce dei superiori generali nel continente africano, con l’obiettivo di promuovere comunicazione, formazione e cooperazione intorno a confini culturali e linguistici al servizio della missione della Chiesa.

Alla fine dell’Assemblea Generale, i superiori hanno lanciato un messaggio di speranza. “Abbiamo preso consapevolezza – scrivono - che la speranza ci mette in moto nella fede e nell’amore, è il motore che ci spinge a camminare insieme, ad ascoltare, a discernere, a cambiare prospettiva”.

I superiori generali hanno preso anche degli impegni solenni. Quello di “approfondire il rapporto con Cristo”, quello di “investire di più in giustizia e pace, nella protezione dei deboli in Africa”.

E poi “ispirare speranza nel cuore dei nostri istituti”, essere “catalizzatori di comunione”, considerare uno stile pastorale che “formi e ascolti i laici”.

Infine, tra gli impegni c’è quello di “alzare la voce e agire per liberare l’Africa da un sistema che la impoverisce” e di “proteggere le persone vulnerabili da ogni tipo di abuso”.

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