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Il Beato Giacinto Maria Cormier: San Domenico e l'Angelicum

Il religioso domenicano fu Superiore Generale dei Frati Predicatori, è stato beatificato nel 1994

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Nella chiesa di Santa Sabina sul colle Aventino, a Roma, si conserva la preziosa testimonianza del passaggio terreno di un beato nella città eterna: è il confessionale nel quale il beato padre Giacinto Maria Cormier (1832-1916) amministrava il Sacramento della Riconciliazione.

Padre  generale, procuratore, maestro dei novizi il ruolo del religioso è al centro della spiritualità e dell'amore che nel corso della sua vita ha portato all'Ordine domenicano.

Con il suo lavoro, paziente e silenzioso, restaurò l'amore alle tradizioni ed alla Regola di San Domenico.

Diffuse con zelo e singolarità la preghiera del Santo Rosario, tanto da essere ritratto con la corona in mano. Visse un'esistenza di preghiera, povertà e particolare pietà.

Giovanissimo, entro nel Terz'Ordine domenicano ed ordinato sacerdote diocesano, il giorno dopo aver ricevuto il ministero, entrò come semplice religioso nella comunità di Flavigny.

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Animo contemplativo fu un novizio modello, assumendo il nome di Giacinto.

Non dotato di una forte salute, i superiori - su indicazione del Papa Pio IX - lo ammisero alla professione dei voti, per aver almeno il privilegio di morire da figlio del santo di Calaruega. Ma si rimise in salute, dando ottimi frutti alla famiglia domenicana.

Trasferito a Roma, sede della Curia generale, per le sue doti di pietà ed intelligenza vi trascorse tutta l'esistenza, fino al momento di salire al cielo.

Fu il 76° successore del santo Padre Domenico ed a lui si deve la trasformazione del Collegio Angelicum, ora Pontificia Università San Tommaso di Aquino a Roma, ed il suo motto espresso nelle parole caritas veritatis (ovvero la carità della verità).

Ne curò l’innovazione e l'organizzazione degli studi. Con il medesimo zelo si occupò dell'Istituto biblico domenicano di Gerusalemme, dell'Università domenica di Friburgo e di quella di Manila.

In queste istituzioni mantenne fede all'ortodossia cattolica ed alla grande opera di studio e ricerca  che l'Ordine aveva diffuso nel corso dei secoli.

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Splendida figura di religioso ed eccelso esempio di santità, fu amato ed ammirato da tutti per l'indiscussa semplicità ed umiltà con le quali visse i delicati e  prestigiosi incarichi.

Il confessionale, nella chiesa aventiniana, ricorda le tante anime redente dal sangue prezioso di Cristo, da parte di quest'uomo che fu definito il santo di Roma, Spirò il 17 dicembre 1916. Il 20 novembre 1994 Giovanni Paolo II lo ha dichiarato beato.