Il sogno di Papa Francesco, “una Chiesa povera per i poveri”, non è una teoria, ma ha bisogno di un grande impegno quotidiano. Quando il Papa spiega che “siamo tutti nelle periferie”, sprona a “vivere nella solidarietà con la gente che la società e le strutture sociali stanno sfortunatamente abbandonando”. E avere cura della creazione significa dare il primato all’umano.

Parola dell’arcieparca maronita di Cipro, Joseph Soueif, uno dei due candidati, insieme al cardinale di Manila, Luis Antonio Tagle, alla presidenza di Caritas Internationalis. Parlando al gruppo Aci, in un colloquio con Catholic News Agency, il presule cipriota ha spiegato come ripartire dall’umano implichi il riconoscere che al di là di “culture e società diverse”, siamo “un'unica famiglia umana”.

Commentando il tema dell’Assemblea di Caritas Internationalis, “One human Family, care for creation”, il presule maronita ha aggiunto che “lo scopo di questa conferenza” è far capire che “siamo ‘uno’ a prenderci cura della creazione, che vuol dire prendersi cura dell’essere umano, dei poveri e degli emarginati, della natura, della creazione che il Signore ha fatto per noi”, perché “quello che il Signore ha fatto per noi è buono”.
Oggi l’assemblea delle Caritas sceglierà il successore dell’attuale presidente, Óscar Rodríguez Maradiaga, rimasto in carica per due mandati, dal 2007 ad oggi. Dovrebbe invece essere riconfermato il segretario generale Michel Roy, a capo di Caritas France.

Parlando dell’attuale situazione a Cipro, l’arcieparca Sueif, ha fatto notare che la più grande sfida per l’isola è “rafforzare la cultura di accettazione degli altri delle differenze”, per rafforzare l’unità.

Nonostante il latente conflitto con la Turchia, la Caritas e la Chiesa cipriota lavorano alla riunificazione dell’Isola “basata sulla riconciliazione dei cuori, sulla pace e sulla giustizia, perché Cipro ha un importante ruolo come ponte tra il Medio Oriente, gli stati Arabi, l’Europa e anche l’Africa”.