E’ dedicato alla sinodalità l’incipit della prolusione del Cardinale Gualtiero Bassetti, Presidente della Cei, in occasione dell’apertura dei lavori del consiglio episcopale permanente di primavera.

La sinodalità - ricorda l’Arcivescovo di Perugia - “non è un vestito esteriore, sorge dal basso. Inizia dall’ascolto, dove ciascuno ha qualcosa da imparare dall’altro, nella volontà di mettersi in sintonia, di accogliersi reciprocamente. Richiede spiritualità evangelica e appartenenza ecclesiale, formazione continua, disponibilità all’accompagnamento, creatività”. La sinodalità - suggerisce Bassetti - deve essere un faro anche nel modo di governare le realtà diocesane: “oggi c’è un bisogno enorme nelle nostre Chiese di una sinodalità diffusa, in cui il discernimento comunitario si alimenti al soffio dello Spirito Santo. È in questa prospettiva che si può distillare dal Concilio vaticano II quel criterio che nei suoi documenti è implicito: la comunione, intesa come paradigma della vita ecclesiale, il modo di relazionarsi nella Chiesa e della Chiesa”.

Il Cardinale sottolinea tuttavia le divisioni sorte ultimamente anche sul tema della famiglia, tema prioritario “sul quale paghiamo un ritardo tanto incredibile quanto ingiusto. Le istituzioni pubbliche non possono fare finta che la famiglia sia solo un fatto privato: ciò che avviene tra i coniugi e con i figli è un fatto sociale; e ogni essere umano che viene ferito negli affetti familiari, in un modo o nell’altro, diventerà un problema per tutti. Non si resti, quindi, sordi alle domande di sostegno in campo educativo, formativo e relazionale, che salgono dalle famiglie. Il cuore di ciascuna di esse è l’amore delle persone che la compongono e che, in virtù di questo amore, stringono alleanza davanti agli uomini e – per noi credenti – nel Signore. Se non vogliamo rassegnarci al declino demografico, ripartiamo da un’attenzione reale alla natalità; prendiamoci cura delle mamme lavoratrici, imparando a riconoscere la loro funzione sociale”.

Il pensiero del Cardinale Bassetti va poi ai giovani: “la dignità umana - spiega il presule - si costruisce attraverso il contributo che anche ciascuno di loro è chiamato a offrire al bene comune”. Insieme ai giovani vi è, infine, anche “la sfida educativa” che “rimane un’impresa comune da assumere nei luoghi della vita ordinaria dei giovani”.