"Don Andrea Santoro, prete romano e fidei donum in Turchia, non è stato un notaio della fede né un guardiano della grazia". Lo ha detto il Cardinale Angelo De Donatis, Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma, in occasione della prima edizione del premio intitolato al sacerdote romano ucciso in Turchia nel 2006.

"Il missionario - ha ricordato il porporato - è colui che abita tra la gente e diviene per loro attuazione del mistero dell’incarnazione dell’amore e della tenerezza di Dio. Diventa per gli altri la carne di Cristo, un corpo da mangiare che si dona senza riserve per il bene e la gioia di tanti".

"La Chiesa di Roma - ha aggiunto - non dimentica Don Andrea eroico testimone dei nostri giorni, ma ne vuole tenere viva la memoria attraverso la testimonianza della bellezza della vita spesa per amore e con amore".

"La Diocesi di Roma - ha detto ancora concludendo il Cardinale De Donatis - ha scelto di mettersi in ascolto del grido della città, di dare spazio a chi non ne ha avuto o ne ha avuto troppo poco. Il mese missionario straordinario ci ha dato l’occasione per ascoltare con il cuore il grido del mondo. Il grido di coloro che sono particolarmente cari a Dio. E’ dalle periferie umane e geografiche, che il Signore vuol far ripartire una nuova fase della vita della Chiesa e del mondo. A noi è chiesto di ascoltare il grido del dolore e del parto del mondo nuovo, di riconoscere la presenza di Dio e dello Spirito nella vita delle persone e della storia umana. Lì Dio agisce".