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Il Cardinale De Donatis: "E' Gesù a desiderare di fare Pasqua con noi"

Il porporato in via di guarigione dal coronavirus. Anche questa sera celebrata la Messa vespertina al Santuario del Divino Amore

Il Cardinale Angelo De Donatis, Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma |  | Diocesi di Roma Il Cardinale Angelo De Donatis, Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma | | Diocesi di Roma

"Alla vigilia della Messa in Coena Domini, voglio farvi pervenire il mio grazie per la preghiera potente e incessante che ho sentito in questi giorni di sofferenza e di malattia. All’azione di grazie che dalle vostre celebrazioni salirà a Dio Padre, unite la mia orazione colma di gratitudine per la commovente esperienza di comunione spirituale che ho potuto vivere in questi giorni di ricovero, sentendomi sostenuto e consolato dalla preghiera di tutti voi che mi siete stati vicini". Queste le parole del Cardinale Angelo De Donatis, Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma, ricoverato per coronavirus al Policlinico Gemelli da lunedì 30 marzo.

Dopo aver ringraziato il Papa, il Cardinale ha fatto sapere che a breve sarà dimesso.

"Tutta la mia riconoscenza - ha scritto - va ai medici, agli infermieri e a tutto il personale sanitario del Policlinico Agostino Gemelli cha si stanno prendendo cura di me e di tanti altri pazienti, con grande competenza e dimostrando una profonda umanità, animati dai sentimenti del buon samaritano".

"Alla luce dell’esperienza della malattia - ha concluso il Cardinale De Donatis - mi sembra di aver percepito con chiarezza come nessuno di noi possa realmente preparare la Pasqua, senza riconoscere che in primo luogo, è Gesù a desiderare ardentemente di fare Pasqua con noi. Dobbiamo solo accogliere la grazia e entrare con la nostra vita nel Mistero pasquale di Cristo".

Intanto, anche stasera è stata celebrata la Messa vespertina presso il Santuario romano della Madonna del Divino Amore. A presiedere è stato da Don Alessandro Palla, parroco di Santa Giovanna Antida Thouret.

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“Sono forse io? Ecco questa domanda – ha detto il celebrante nell’omelia - risuona nel cenacolo fra gli apostoli dopo che il Signore Gesù ha annunciato il tradimento. E questa domanda ci fa bene molto oggi farcela personalmente: sono forse io? Oggi è un giorno nella liturgia dedicato al pentimento e ci aiuta a entrare nella Pasqua, nel triduo Pasquale ormai alle porte. Siamo nell’anticamera della Pasqua e questi tre giorni – lunedì, martedì, e mercoledì Santo - sono la preparazione prossima a entrare nella Pasqua”.

“Ecco – ha aggiunto Don Palla - in questa anticamera noi incontriamo Giuda e poi gli altri apostoli e confrontarci con Giuda e con gli apostoli oggi è veramente opportuno. Il primo è Giuda, un uomo che gestisce: lui è andato a parlare con i sacerdoti, ha chiesto il prezzo, lui guiderà le truppe da Gesù, lui ha i suoi programmi ed è veramente l'uomo che ha mangiato come Eva del frutto del serpente che gli dice sarai come Dio. Organizza tutto - una specie di leader - ecco poi la seconda cosa, Giuda è chiuso in se stesso e non parla con Gesù dei suoi progetti. Giuda è una persona che non si confronta, tutto intorno c'è un altro contesto ma lui pensa a quello che deve fare il suo obiettivo adesso è che deve consegnare Gesù. Allora oggi ci fa bene confrontarci con lui: ho anche io questa mentalità molto chiusa? Ho i miei progetti? Non mi confronto con Dio? Ma quale sarà la volontà di Dio?”

“Poi – ha concluso - ci sono gli apostoli che si chiedono appunto sono forse io? Ecco loro si domandano e oggi farsi la domanda vuol dire aprirsi a Dio aprirsi al Signore e anche riconoscere.. anche io forse quante volte ho rinnegato l'amore per le mie cose? Allora dobbiamo aprirci al Signore, questa anticamera di questi tre giorni ci insegnano a riconoscerci peccatori e poi dopo a consegnarci a Gesù per quello che siamo senza difese, nudi, perché in Lui sappiamo di incontrare lo sguardo della tenerezza, lo sguardo della misericordia. Si entra nella Pasqua da peccatori pentiti ma aperti e questa apertura a Cristo ci dona già la salvezza”.