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Il cardinale Sandri posa la prima pietra della cattedrale di Luxor

Il cardinale Sandri in Egitto |  | Congregazione per le Chiese Orientali
Il cardinale Sandri in Egitto | | Congregazione per le Chiese Orientali
La posa della prima pietra della Cattedrale di Luxor |  | Congregazione per le Chiese Orientali
La posa della prima pietra della Cattedrale di Luxor | | Congregazione per le Chiese Orientali
I resti della cattedrale incendiata a Luxor |  | Congregazione per le Chiese Orientali
I resti della cattedrale incendiata a Luxor | | Congregazione per le Chiese Orientali
La chiesa di Hagaza, mai terminata |  | Congregazione per le Chiese Orientali
La chiesa di Hagaza, mai terminata | | Congregazione per le Chiese Orientali

Una nuova cattedrale per Luxur, l’impegno per lo sviluppo, il dialogo con l’Islam, ma anche con le Chiese Copte Ortodosse.  Sono gli eventi che hanno segnato le scorse giornate del Cardinale Sandri in Egitto.

A Sohag l’Ufficio per lo Sviluppo Umano integrale dell’Eparchia coinvolge varie attività in 23 villaggi sopratutto a favore dei bambini, con 15 asili frequentati da circa 3000 piccoli studenti, dando lavoro a circa 100 insegnanti. Ci sono 4 dispensari per la cura di circa 100.000 persone l’anno. Singolare che tra gli enti che supportano le attività caritative dell’Eparchia ci siano anche almeno due istituzioni musulmane.

E’ la storia di una amicizia. Una delle associazioni musulmane, impegnata tuttora nella prevenzione dell’abbandono scolastico dei ragazzi, era solita due volte all’anno chiedere un aiuto per fare qualche piccolo pensiero ai loro assistiti cristiani: il Vescovo, ascoltata la loro richiesta, ebbe a dire “vi aiuteremo non solo per il Natale e la Pasqua, ma anche per le feste musulmane del Ramadan e del Sacrificio”.

Nella Eparchia alcuni sacerdoti hanno descritto la situazione difficile a livello quotidiano con la chiesa copto-ortodossa: da parte di alcuni viene ancora portata avanti una formazione di contrapposizione, sminuendo o annullando il valore dei sacramenti amministrati nella Chiesa cattolica, se non in alcuni casi ad atteggiamenti di maleducazione da parte di alcuni al passaggio di un sacerdote cattolico.

In altri casi avviene il contrario: i vertici sono in piena armonia, mentre la base fa fatica e soffre.

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Il cardinale ha ricordato però come tra Papa Tawadros, non solo ci sia  l’amicizia con Papa Francesco, ma anche che proprio in ragione di quell’amicizia e l’apertura di cuore che lo contraddistingue il Papa abbia accettato lo scorso 7 luglio a Bari, di salire sul palco e pregare insieme al Patriarca della Chiesa Assira dell’Est, S.S. Mar Gewargis, Chiesa che per la visione copto-ortodossa è ancora “nestoriana” e quindi nell’eresia. 

A proposito di dialogo un gruppo di religiose, ha espresso molta speranza e fiducia nel documento sulla Fratellanza firmato ad Abu Dhabi, ma ha anche detto che la strada da fare è davvero molto lunga: “in Egitto è ancora in vigore la poligamia, e alcune spose hanno dodici anni.. “. Inoltre “la purificazione che la Chiesa cattolica sta attraversando a riguardo degli abusi sui minori, forse varrà di esempio ad altre comunità sociali e religiose nel mondo intero, che di questi temi non parla mai o li considera come tabù”.

Il Cardinale Sandri si è recato a Luxor, dove nei pressi dell’Episcopio è stato accolto dal Patriarca di Alessandria dei Copti, S.B. Ibrahim Sedrak (appena giunto dal Cairo dove al suo ritorno dal Meeting sulla protezione dei minori aveva incontrato 130 giovani sacerdoti della Arcidiocesi di Milano, accompagnati dall’Arcivescovo Mons. Mario Delpini, che stanno vivendo l’annuale pellegrinaggio annuale di formazione permanente, per il terzo anno in Terre d’Oriente, dopo le positive esperienze in Libano e Ucraina) dal Vescovo di Luxor S.E. Mons. Emmanuel Khaled Bishay.

Dopo una breve preghiera nella cappella dell’Episcopio, il cardinale si è recato dove sorgerà la nuova cattedrale, dopo che la precedente è andata distrutta da un incendio nel 2016.

Diversa la situazione ad Hagaza,  un contesto rurale molto semplice, con una presenza cristiana di circa 2000 persone. Nel 1993 era stata iniziata la costruzione di una chiesa, subito fermata per ricorsi burocratici e giuridici, e ancora oggi, si spera che la situazione possa finalmente sbloccarsi.

In un contesto blindato, l’accoglienza è stata tuttavia molto festosa, con i bambini e le famiglie che cantavano e suonavano, scortando la Delegazione fino alla Chiesa-cantiere, piena di pali di sostegno per la costruzione, ove la comunità si ritrova comunque a pregare e  celebrare il culto del Signore in ogni condizione climatica e mettendo anche a repentaglio la propria sicurezza, e si tratta dell’area con la più alta frequenza di partecipazione alla vita liturgica.

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