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Il Cardinale Urosa sui viri probati: "Sono una soluzione imperfetta e problematica"

L'intervista al Cardinale Urosa sul tema dei viri probati

Cardinale Urosa  |  | Archivio ACI Group Cardinale Urosa | | Archivio ACI Group
L'Arcivescovo emerito di Caracas, il Cardinale Jorge Urosa Savino, in un'intervista rilasciata ad ACI Group, esprime le sue opinioni riguardo ai temi che stanno coinvolgendo i padri sinodali sull'Amazzonia.  Tra questi c'è la qeustione dei viri probati che il Cardinale venezuelano definisce come "una soluzione imperfetta e problematica".

"Molti sono stati i temi trattati, con grande libertà e rispetto, dai Padri sinodali - commenta l'Arcivescovo Urosa - alcuni hanno dato la loro testimonianza di lavoro con tutte le difficoltà. Altri hanno dato il loro contributo a questioni ecologiche e sociali. Sempre in linea con la difesa dei diritti delle popolazioni amazzoniche e dell'ecologia del territorio.  La maggior parte dei padri sinodali ha affrontato questioni strettamente pastorali. Tra queste ci sono alcune di maggior interesse. Una di queste, sebbene non sia la più importante, ma senza dubbio molto controversa, è il tema degli anziani sacerdoti sposati".

Un'osservazione importante per il Cardinale Urosa è che non tutta la popolazione amazzonica è indigena. Sono circa 34 milioni le persone che vivono in Amazzonia, di queste solo circa tre milioni sono indigene. "Non si può generalizzare e presentare il problema di assenza cronica di sacerdoti in tutta l'Amazzonia", dice il Cardinale.

"Sicuramente un'attenzione pastorale alle popolazioni indigene è lecita -  osserva ancora l'Arcivesco Urosa - e dobbiamo trovare una soluzione alla mancanza di sacerdoti. È chiaro che la questione dell'ordine degli anziani sposati è una questione di disciplina, di convenienza religiosa e pastorale e richiede soppesare pro e contro. Quale sarebbe la loro formazione specifica, cioè come si preparerebbero? I diaconi permanenti richiedono una preparazione seria, di solito almeno 4 anni. E quale sarebbe il loro ministero, solo per celebrare i sacramenti?".

Per il Cardinale sono tante le domande: "Questa apertura disciplinare sarebbe limitata solo all'Amazzonia? Non indebolirebbe il celibato sacerdotale nel resto del mondo? E molto importante: può un sinodo regionale approvare una norma che riguarda l'intera Chiesa universale?".

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Conclude così il Cardinale venezualano la sua intervista: "Perché, quindi, indebolire la disciplina e il valore del celibato sacerdotale con una soluzione imperfetta e problematica per le popolazioni indigene dell'Amazzonia e per la Chiesa universale?"