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Il carisma alfonsiano dell'Arcivescovo Saggese

Il religioso redentorista fu Arcivescovo di Chieti dal 1838 al 1852

Monsignor Giosuè Saggese CSSR |  | Wikicommons Monsignor Giosuè Saggese CSSR | | Wikicommons

Il 24 aprile 1852 spirava a Chieti Monsignor Giosuè Saggese. Vescovo e  missionario redentorista il nome del religioso è noto per il grande amore che ha portato a Cristo ed alla diocesi a lui affidata con il suo apostolato, fatto di fedeltà alla Redenzione ed al servizio episcopale.

Nato il 15 maggio 1800 ad Ottaviano, rimasto orfano di entrambi i genitori, la sua vita non è facile.  Affidato alle cure del fratello maggiore, all'età di sedici anni conosciuti i Missionari redentoristi ed attratto dal loro carisma entra nella Congregazione fondata da Sant'Alfonso Maria de Liguori per l'evangelizzazione dei più abbandonati.

E' un religioso devoto ed in tutto mette la propria fede, fatta di ascolto ed abbandono alla volontà del Padre.

Terminato l'anno di noviziato, emette nelle mani del Rettor maggiore la professione religiosa. E' il 22 giugno 1817.

Ordinato sacerdote a Cariati nel 1823, i  primi anni di apostolato lo vedono insegnante di teologia e attivissimo nel predicare le missioni al popolo.

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In queste attività eccelle con il suo modo di evangelizzare secondo gli schemi del tempo e con un grande intuito nella scelta dei temi per la predicazione. Chi lo ascolta conosce Dio, ma di più l'amore descritto nelle tante parabole evangeliche.

Nel 1825 è rettore della comunità di Corigliano.

Il Pontefice Gregorio XVI, appurate le ottime doti del sacerdote, lo elegge Arcivescovo di Chieti. Nel 1838 è a Roma, dove è ordinato vescovo presso la chiesa di Santa Maria dell'Umiltà.

Tra il 1839 ed il 1844 visita più volte la diocesi ed in tutte le parrocchie comunicando il carisma alfonsiano, fatto di amore all'Eucarestia ed alla Vergine.

E' un pastore attento al prossimo ed alla diffusione del vangelo diffondendo la devozione ai Sacri Cuori di Gesù e Maria ed insegnando l'amore alla fede ed alla sua pratica partendo dalla realtà.

I suoi canti, ispirati e presi dal canzoniere alfonsiano sono tuttora presenti nella tradizione e nella spiritualità della diocesi che fu da lui amministrata.

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Muore il 24 aprile 1852 e viene' sepolto nella cattedrale di Chieti, sotto la cappella del Santissimo Sacramento suo grande amore in vita e nell'eternità.

Il 24 aprile 1964 il suo corpo è stato oggetto della usuale ricognizione canonica, venendo trovato incorrotto.