Nel gennaio 2008 – ormai 15 anni fa - 67 docenti e alcune centinaia di studenti dell’Università La Sapienza di Roma insorsero - nel senso letterale del termine - contro la visita di Papa Benedetto XVI nell’ateneo romano. Una delle pagine più brutte e illiberali nella storia dell’università italiana.

Nel novembre 2007 l’allora Rettore dell’Università La Sapienza Guarini invitò il Papa ad inaugurare l’Anno Accademico. Immediatamente studenti e professori protestarono contro l’invito: non era possibile - a loro dire - che il Papa potesse inaugurare con una lectio magistralis un evento laico come l’apertura dell’Anno Accademico. I 67 non persero tempo, presero carta e penna e scrissero un feroce appello che, anche grazie ad una certa stampa, trovò terreno fertile. Per giorni si susseguirono manifestazioni contro la presenza di Benedetto XVI, già insigne accademico in diverse università tedesche. 

Di fronte ad una situazione ad alta tensione, Benedetto XVI alla vigilia della visita - a malincuore - declinò l’invito. Al Papa, a quel Papa professore, non fu dunque permesso di incontrare docenti e studenti di un luogo libero quale l’università. Il Pontefice inviò comunque il discorso che venne letto dal prorettore dell’ateneo romano.

Pochi giorni dopo, migliaia di universitari si riversarono in Piazza San Pietro per manifestare la solidarietà a Benedetto XVI. E in quell’Angelus il Papa spiegava: “Avevo accolto molto volentieri il cortese invito che mi era stato rivolto ad intervenire giovedì scorso all'inaugurazione dell'anno accademico della "Sapienza - Università di Roma" ed ho lavorato con grande gioia al mio discorso. Conosco bene questo Ateneo, lo stimo e sono affezionato agli studenti che lo frequentano: ogni anno in più occasioni molti di essi vengono ad incontrarmi in Vaticano, insieme ai colleghi delle altre Università. Purtroppo, com'è noto, il clima che si era creato ha reso inopportuna la mia presenza alla cerimonia. Ho soprasseduto mio malgrado, ma ho voluto comunque inviare il testo che avevo preparato nei giorni dopo Natale per questa occasione. All'ambiente universitario, che per lunghi anni è stato il mio mondo, mi legano l'amore per la ricerca della verità, per il confronto, per il dialogo franco e rispettoso delle reciproche posizioni. Tutto ciò è anche missione della Chiesa, impegnata a seguire fedelmente Gesù, Maestro di vita, di verità e di amore. Come professore, per così dire, emerito che ha incontrato tanti studenti nella sua vita, vi incoraggio tutti, cari universitari, ad essere sempre rispettosi delle opinioni altrui e a ricercare, con spirito libero e responsabile, la verità e il bene. A tutti e a ciascuno rinnovo l'espressione della mia gratitudine, assicurando il mio affetto e la mia preghiera”.